Trentacinque anni, imprenditore, sestese fin dalla nascita. Marco Colombo è il candidato di "Lega della libertà", la lista supportata da Lega Nord e Pdl per le elezioni amministrative di Sesto Calende. Laureato in ingegneria elettrica al Politecnico di Torino lavora da dieci anni nell'azienda di famiglia come amministratore. "Trascorro la mia giornata - scrive nella sua presentazione - tra analisi di bilanci, amministrazione di problemi, sviluppo e gestione di nuovi progetti e un ascolto continuo di tutti i miei collaboratori".
Colombo, perchè ha scelto di candidarsi a Sesto?
«Ho sempre avuto una passione per la politica e il desiderio di mettermi a disposizione del mio paese. Vivo a Sesto e conosco bene i suoi problemi e le sue esigenze. Negli ultimi anni questo paese è diventato statico. Mancano i progetti, manca una visione per il futuro. Io voglio portare un cambiamento».
Il suo programma è diviso in sei slogan. Il primo è "Sesto sicura", lei pensa che oggi non lo sia?
«No, assolutamente. Sono aumentati i furti, gli scippi, la diffusione della droga. Una situazione di degrado che non possiamo accettare. Questo punto è forse quello che ci vede più determinati. Vogliamo portare la videosorveglianza in tutte le frazioni e istituire un assessorato specifico dedicato alla sicurezza. Oggi questo problema non è affrontato. Inoltre vogliamo fermare il fenomeno dell'immigrazione irregolare e diffondere la consapevolezza che non si può vivere ai margini o sulle spalle della nostra società».
A Sesto sono molti gli stranieri residenti: nel distretto (che raggruppa Sesto e i paesi limitrofi) rappresentano l'8 per cento della popolazione (dati dell'osservatorio locale sulle politiche sociali). L'amministrazione uscente e quelle precedenti hanno lavorato molto sul fronte dell'integrazione e finora non ci sono stati particolari problemi. Lei come valuta questa situazione?
«Penso che sia stato costruito un equilibrio precario tra stranieri e sestesi. Innanzi tutto, nel rapportarci al fenomeno dell'immigrazione extracomunitaria, avremo come criterio ispiratore il diritto-dovere di tutelare primariamente i nostri cittadini. Nei confronti dell'immigrazione regolare pensiamo che sia nostro dovere favorire l'integrazione ma d'altra parte ci aspettiamo che ogni persona che viene a Sesto Calende abbia chiaro che è suo preciso dovere integrarsi. Sempre per garantire la sicurezza intendiamo rivedere la politica sulla casa, vietare la costruzione di moschee e chiudere quella esistente in caso di irregolarità».
Quella di via Cavour è il ritrovo dell'associazione islamica non una moschea, almeno formalmente.
«Sì ma questo non basta. Faremo dei controlli e, se dimostreremo che ci sono delle irregolarità lo chiuderemo. Il mio obiettivo è quello di evitare ogni situazione di degrado. Controllando inoltre la distribuzione degli extracomunitari nelle abitazioni per evitare la formazione di quartieri ghetto, zone dove gli stessi sestesi sono esclusi».
Quali sensazioni ha percepito incontrando i cittadini sestesi?
«Si sentono poco ascoltati dall'amministrazione comunale. Si percepisce una mancanza di rinnovamento».
Lei che cosa intende cambiare?
«Vogliamo innanzi tutto avvicinare all'amministrazione tutti i cittadini in modo da poter prendere decisioni partecipate. Sul fronte dei lavori pubblici vogliamo lavorare sulle infrastrutture che oggi non sono all'altezza delle esigenze del paese. Inoltre penso che sia necessario separare l'assessorato all'urbanistica da quello dell'edilizia privata in modo da non arenare i progetti. Un piano di governo del territorio come quello che è stato approvato di recente è un freno per lo sviluppo del paese. Io ho in mente molti progetti per rilanciare Sesto e renderla una meta turistica come merita di diventare».
Per esempio?
«Rilanciare l'area del Circolo Sestese, la Marna, per riportare al centro degli interessi dei cittadini la spiaggia e le attività sportive, collegare con delle piste ciclabili tutto il territorio sestese, creare una passeggiata in riva al Ticino, rilanciare il Parco Europa che è stato abbandonato. Il futuro ci pone delle sfide: quella più vicina è rappresentata dall'Expo. Dobbiamo impegnarci per proporre progetti ed ottenere finanziamenti che possano migliorare la nostra città. Inoltre voglio organizzare un grande evento all'anno».
Questa è la sua prima esperienza politica e Sesto è un paese che ha molte peculiarità. Questo non la spaventa?
«No, ho dalla mia l'esperienza personale che mi ha formato molto. Sesto ha bisogno di una gestione manageriale e posso mettere a disposizione ciò che ho imparato in questi anni nell'azienda di famiglia. La mia squadra è formata da gente valida e motivata. Questo mi spinge ad accettare la sfida».
m.c.c.
Giovedi 21 Maggio 2009