Saronno - La risposta dell’ex primo cittadino, oggi candidato di Unione Italiana al capolista di Saronno Si-cura, Vito Tramacere
Gilli: “Criticare è facilissimo, amministrare no”

 

Le ineleganti ed insinuanti dichiarazioni del Dott. Tramacere – il quale, più nervoso del solito, mi invita a studiare - richiedono una puntuale e definitiva replica.
Ne seguo l’elencazione.
L’art. 2, co. 185 della legge finanziaria 2010 (l. 23 dicembre 2009, n. 191) riduce ad un quarto del numero dei Consiglieri Comunali il numero degli Assessori. Parimenti, il comma 184 della stessa legge riduceva del 20% il numero dei Consiglieri Comunali. Applicata a Saronno, tale norma avrebbe comportato la riduzione a 24 dei Consiglieri Comunali ed a 6 degli Assessori; tutto ciò conformemente al disegno di legge anteriormente presentato dal Ministro Calderoli.
Udite le lamentele dell’apparato politico, interveniva a tempo di record il Governo, con il Decreto-legge 25 gennaio 2010 , n. 2, il cui art. 2, per sovvenire a siffatto grido di dolore, ha rinviato al 2011 l’applicazione di tali riduzioni. Successivamente, la legge di conversione passata dalla Camera (ed inviata al Senato), approvando un complesso emendamento, ha scisso la diminzione degli Assessori dalla diminuzione dei Consiglieri Comunali: la prima si applica già dal 2010, la seconda avrà vigore dal 2011; quindi, per Saronno, il numero di Assessori, per il 2010, sarebbe di 7,5 (arrotondato in 8). Ma solo per il 2010, poiché nel 2011 entrerà in vigore la ridu-zione dei Consiglieri Comunali.
 
Nel nostro caso, il Consiglio Comunale elettivo sarebbe già in carica da circa 8 mesi con 30 Consiglieri e non si ridurrà a 24 nel 2011, poiché vale il principio dell’applicabilità della legge in vigore al momento delle elezioni (2010) secondo il principio che tempus regit actum.
Diverso il caso degli Assessori, che non sono eletti dal popolo, ma sono nominati dal Sindaco con atto suo proprio: qui sta la differenza fondamentale tra i due istituti. Infatti, dal 2011, come detto, il numero di Consiglieri de jure sarebbe 24, de facto e sino a conclusione del mandato 30; ma la norma dètta un principio, applicabile dal 1° gennaio 2011, secondo cui il numero degli Assessori dev’essere pari ad un quarto dei Consiglieri assegnati dalla legge a quel Comune; la legge, dal 2011, ne assegna 24, quindi gli Assessori - che sono nominati dal Sindaco e non eletti come i Consiglieri - scendono a sei.
 
Questo è lo spirito della norma, che solo per motivi contingenti politici è stata rinviata solo in parte al 2011; in altre parole, la ratio legis è quella della riduzione, sicché è mia opinione che non abbia senso nominare quest’anno 8 Assessori, quando, a far tempo dal 1° gennaio 2011, essi dovrebbero essere 6.
Ed allo spirito del Legislatore (anche questa volta contorto e pronto a tornare sui suoi passi anche se solo parzialmente, provocando difficoltà applicative ed interpretative) intendo riferirmi nell’anticipare – come detto nel mio programma, scritto ben prima dell’approvazione della legge di conversione alla Camera – la riduzione a 6 degli Assessori da sù-bito. Proprio su questo numero ho anche ipotizzato la nuova organizzazione degli Uffici Comunali in sei Settori, con una coerente distribuzione delle competenze.
Per l’esperienza che ho acquisito, ritengo che quello di 6 sia il numero migliore e non ne ho mai fatto mistero; non ho mai “copiato” a scuola, figuriamoci se mi metto – alla mia età – a “copiare” dal programma del Dott. Tramacere (che peraltro non è mio professore, anche se sem-bra credersi tale), il quale magari è giunto alle stesse conclusioni, ma con intenti diversi dai miei; né mi risulta che abbia “brevettato” un’idea, al centro del dibattito amministrativo da anni.
Quanto ai compensi, non ho nessuna vergogna a confermare quanto io abbia percepito come indennità dalla fine del 2000 (prima era molto meno, circa € 750,00 mensili) e ne so ap-prezzare il valore; non dice, però, il Dott. Tramacere, che quando – come io ho fatto per dieci anni – si dedica al Comune l’80% del proprio tempo (lo faranno gli altri candidati?), si deve per forza trascurare la propria attività; se un lavoratore dipendente può mettersi in aspettativa e conservare il posto, un libero professionista non può e consegue notevolmente minori introiti privati (è chiaro che se si è in Comune non si possono assistere i clienti, con diminuzione del proprio “avviamento”); si noti che questa indennità, tra l’altro, non ha alcun effetto ai fini pensionistici, sicché i miei dieci anni in Municipio mi penalizzeranno al momento del conseguimento della pensione, ma non me ne lamento, ne ero consapevole; l’indennità, poi, si assomma ai reddi-ti personali e sulla sommatoria si paga l’IRPEF, con il che allo Stato ritorna la metà se non di più del percepito; quindi le cifre snocciolate dal Dott. Tramacere sono lorde, non nette; in più, mi pagavo di tasca mia un’idonea assicurazione.
 
Queste cose un professionista di vaglia come il Dott. Tramacere le sa a menadito, ma significativamente finge di dimenticarsene, come dimentica che le indennità assessorili, per contro, sono davvero magre, nel senso che circa 1.200 € al mese lordi non sono per certo un lauto appannaggio…
Infine: il direttore generale l’ho nominato io, come allora avveniva in tutti i Comuni; preferii, per non spendere troppo, aggiungere questo incarico al Segretario Generale, senza ricorrere ad altri soggetti esterni. L’esperienza ed il dibattito nel mondo amministrativo hanno condotto alla conclusione, ormai unanime (e pronta a diventare legge), che si possa fare a meno di questa figura; ora io propongo di sostituirla con una conferenza permanente dei Dirigenti, presieduta dal Sindaco (a costo zero), per mantenere l’omogeneità amministrativa; mi sembra una buona soluzione per il coordinamento (né mi risulta che fosse stata preconizzata dal programma eletto-rale del Dott. Tramacere).
Dott. Tramacere che – infine – dovrebbe anzitutto avere rispetto per l’operato di chi ha speso dieci anni della propria vita nell’amministrare correttamente una realtà complessa come Saronno, senza rimpianti: non alla finestra, non nel chiuso del proprio studio, dove trastullarsi ad immaginare giorno dopo giorno quali critiche facili muovere a chi stava lavorando; criticare è facilissimo, amministrare no; vedremo come saprà fare il nostro interlocutore, se mai i cittadini gliene daranno l’opportunità.
 
Di sicuro, qualora mi dovessi trovare ad oppormi ad un’Amministrazione di cui Egli facesse parte, non userei i suoi metodi sopra le righe, divenuti offensivi ed intollerabili, né allusioni a cassetti pieni di chissà cosa; sappia il Dott. Tramacere che io non ho bisogno di cassetti (peraltro ne ho molti anch’io); mi basta la mia memoria, che – a Dio piacendo – è ancora intatta e vivace; ma è proiettata verso il futuro, non ad un passato in cui Egli stesso, per sua pubblica confessione sul suo giornale, ha patito la sua peggiore sconfitta allorquando, privo di qualsiasi incarico istituzionale e rappresentante solo dei suoi ondivaghi umori presenzialisti, tentò invano, a giugno 2008, di consegnare la città al Commissario Prefettizio, promuovendo – non si sa a qual titolo – una mozione di sfiducia nei miei confronti (cui aderì, purtroppo, chi ora Egli sostiene come futuro primo cittadino).
Mi pare abbastanza.
Pierluigi Gilli, candidato sindaco Unione Italiana
Mercoledi 10 Marzo 2010