Saronno - Sergio Giannoni è il candidato sindaco della lista Lega Padana. Ex capogruppo del Carroccio oggi si propone come “vera alternativa ai partiti”
Giannoni: “Espulso dalla Lega Nord perché dissentivo”

Sergio GiannoniSergio Giannoni ha 73 anni ed è il candidato sindaco della Lega Padana. Si è dedicato alla politica una volta andato in pensione, dopo una vita da operaio e dirigente. Dopo anni di militanza nella Lega Nord, in cui ha ricoperto anche il ruolo di capogruppo in consiglio comunale, Giannoni si è opposto al partito e ha accolto la proposta di Max Ferrari, fondatore della Lega Padana, di candidarsi a Saronno. «Io ho sempre detto che sono coerente con le mie idee – spiega Giannoni -. Anche l’hanno scorso, prima eravamo contro il candidato Annalisa Renoldi, poi è arrivato da Varese l’ordine di correre insieme al Pdl. Ho accettato per disciplina di partito. Poi è venuto fuori il marasma dell’elezioni di Porro. A quel punto ho cercato di convincere Porro e il segretario provinciale a parlarsi, almeno fino alla stesura del Piano di governo del territorio. Ma inutilmente. Anche qui ho poi dato le dimissioni da conisgliere comunale per disciplina di partito. Negli ultimi mesi non ho più accettato la situazione: la scelta Marzorati è stata una votazione bulgara, ho detto che non accettavo queste cose preparate a tavolino, che andare con quelli che dicevano di noi peste e corna sarebbe stato un flop. Risultato: sono stato espulso dal partito con una raccomandata. Con Ferrari abbiamo cominciato questa nuova avventura».

Qual è secondo lei la priorità di Saronno?
«Prima di tutto le aree dismesse, ma prima ancora il famoso Parco degli Aironi, come si chiamava anni fa. Nell’ultima amministrazione il parco lo volevano praticamente regalare a chi costruiva le case sull’esterno. Sarebbe diventato un parco condominiale: non accetto queste cose. Prima si deve costituire e organizzare bene il parco: ci vanno le cose per i giovani che oggi tocca loro emigrare fuori città. C’è anche un capannone all’interno del Parco e questa può essere una struttura adatta a loro, mica quella che è stata loro assegnata in viale Lombardia che ha anche un tetto in eternit».
 
Saronno ha un’alta densità abitativa, si parla tanto di cementificazione, passata e futura. Come affronta questa problematica?
«Il terreno che oggi è a verde, deve rimanere così o incolto. Non deve cambiare destinazione. Il nostro territorio si estende su 10.800 chilometri quadrati, 4mila abitanti per chilometro quadrato. L’unica area che si è salvata è quella agricola del nord, ma solo perché c’è dentro il radiofaro ed è zona militare, non per capacità dei politici. Oggi terreni liberi non devono più essere sfruttati, al massimo si può andare in altezza su quelli esistenti. Altrimenti Saronno rischia di diventare una città invivibile».
 
Esiste un problema sicurezza?
«Certo che esiste. È un problema molto sentito da tutti, dai giovani, alle donne e agli anziani. Vigili e carabinieri fanno i miracoli, ma sono le leggi che imbrigliano le forze dell’ordine. Non è giusto, il cittadino deve sentirsi sicuro, bisogna che cambi qualcosa. Alla sera a Saronno, verso le otto, sembra la terra di nessuno. Rimangono in giro i soliti…»
 
Come risolvere la situazione?
«Bisogna che anche i vigili e carabinieri controllino dove c’è questa gente e domandino di frequente i permessi di soggiorno. Se ce li hanno si devono lasciare stare, ma se non ce li hanno bisogna mandarli fuori dalle scatole».
 
Quale futuro per Palazzo Visconti?
«Saronno non ha uno straccio di un museo. L’unico è quello dell’industria e del lavoro. Io ho un amico che è scultore e pittore che donerebbe tutte le sue opere alla città. È già in trattative con la biblioteca Ambrosiana di Milano. Abbiamo qui un palazzo del settecento, perché non lo utilizziamo come museo e sale esposizioni?
 
E i fondi per questa soluzione?
«Facciamo intervenire i privati. Il Comune non è la panacea di tutti i mali, tantomeno non è il padre di tutti. Non deve essere sempre il comune a salvare la patria. Dare le possibilità alle Belle Arti, ai privati, di intervenire. Gli amministratori si devono impegnare per trovare delle soluzioni adeguate. Lo ripeto, abbiamo poi la possibilità di ospitare anche uno scultore di fama internazionale che ci dona le opere. Mi spiacerebbe che finissero in altri posti quando abbiamo un palazzo inuttile e fermo. Palazzo Visconti deve diventare un centro culturale».
 
Un appello agli elettori?
«L’ho già detto tante volte. La Lega Padana è un partito giovane e nuovo che segue il pensiero del Miglio e di Carlo Cattaneo. Non abbiamo interessi o scopi reconditi. Lo facciamo per il bene della città e lo dimostriamo anche con gli investimenti per la nostra campagna elettorale, che ci viene a costare al massimo 500 euro, mentre ad altri anche decine di migliaia. Non posso accettare chi dice “faccio il bene di Saronno”.
Manuel Sgarella
Mercoledi 17 Marzo 2010