Saronno - Intervista al candidato sindaco della coalizione di centrodestra che raccoglie Pdl, Lega, Udc e le liste civiche Saronno Si-Cura e Dai Più Forza all’Italia
Marzorati: “Sono un ex democristiano, non un post”

Michele MarzoratiMichele Marzorati ha 52 anni ed medico di famiglia a Saronno. Si definisce “un ex Democristiano, non un post-democristiano”. È il candidato sindaco della coalizione di centrodestra che comprende Popolo delle libertà, Lega Nord, Unione di Centro e le liste civiche Saronno Si-Cura e Dai Più Forza all’Italia. È stato assessore per un breve periodo agli inizi degli anni ’90, poi consigliere comunale per Forza Italia dal 2004, quando ha ricoperto anche la carica di capogruppo. «Mi definisco un ex Dc perché è una definizione molto importante – spiega il candidato -: i post-democristiani hanno trovato collocazione in altri ruoli e si sono riciclati in altre formazioni. Io non rinnego i principi ispiratori cattolici e democratico-cristiani. Semplicemente ho una collocazione che mi consente ancora oggi di riconoscermi in questi principi»,

Cosa l’ha spinta a candidarsi in questa coalizione che raccoglie anche le liste civiche che lo scorso anno si opponevano al centrodestra?
«Culturalmente sono una persona di centro. Oggi il bipolarismo mi porta a schierarmi sicuramente non con la sinistra, ma con un centrodestra. Il motivo per cui mi son candidato è semplice: o mi ritiravo dalla politica o facevo il salto. Avevo quasi deciso di ritirarmi poi degli amici mi hanno convinto a fare questo tipo di percorso, a giocare la partita. Ho un’esperienza di cinque anni di capogruppo, vediamo se riesco a metterla a disposizione della città. Oltre alla mia esperienza personale di medico e amministratore di una società».
 
Quale l’esigenza primaria della città?
«Le manutenzione delle strade, delle strutture scolastiche e sportive. Il rilancio dell’attrattività commerciale della nostra città e quindi la rivitalizzazione del centro. La sicurezza passa attraverso tutti questi aspetti».
 
Esiste un problema sicurezza a Saronno?
«Non considero la sicurezza sui dati statistici. Essendo specialista in medicina del lavoro e lavorando sulla sicurezza come prevenzione di eventi, quello su cui devo andare a lavorare sono gli eventi mancati, non gli eventi accaduti. Questa è la vera prevenzione. Il dato che non abbiamo oggi è quanti eventi non successi esistono. La conoscenza del territorio e della città deve portarci a questi dati. Il problema è la sensazione di sicurezza che il cittadino vive quando è in città».
 
Quale futuro per Palazzo Visconti?
«Sicuramente destinazione culturale: sono stato uno di quelli che si è opposto allo spostamento del municipio. Oggi il bilancio non ci consente di recuperarlo. Sicuramente non è una priorità. Mi muoverò perché arrivino dei finanziamenti, regionali o nazionali: ho individuato anche una struttura ministeriale che si occupa di promozione culturale sul territorio a cui cercheremo di accedere per avere dei finanziamenti. Però nell’arco di cinque anni muoveremo delle forme di partecipazione per sbloccare la situazione».
 
Saronno ha un’alta densità abitativa, si parla tanto di cementificazione, passata e futura. Come affronta questa problematica?
«Il problema della cementificazione non nasce ora, ma nella storia della città. Il piano regolatore approvato dal centrosinistra negli anni ’90 prevede Saronno a 60mila abitanti. Oggi siamo a 39mila. Nei miei cinque anni di capogruppo le quantità di piani attuativi approvati sono stati davvero pochi. E non per la crisi economica come qualcuno potrebbe dire, ma semplicemente perché c’è stata attenzione al tema. Si vede la differenza tra il periodo precedente e gli ultimi cinque anni che ho fatto il capogruppo. La cementificazione diventa spesso uno slogan a cui molti si attaccano. È facile fare demagogia su un tema del genere».
 
Un appello ai cittadini?
«È difficile autoreferenziarsi perché non sono io che devo dire le mie qualità ma sono altri che devono riconoscerle. Io dico che metto a disposizione il mio tempo e la mia esperienza, anche se continuerò a fare la mia attività di medico. Ridurrò in modo determinante i costi della politica, anche del 40 per cento, con un risparmio di 160mila euro all’anno. Chi si siederà con me in giunta lo farà per motivi di servizio e non di stipendio».
Manuel Sgarella
Venerdi 19 Marzo 2010