Saronno - Intervista all’ex sindaco oggi candidato con la lista Unione Italiana: “Ho ancora molto da dare alla città, con autonomia e indipendenza”
Gilli: “Il mio più grosso errore politico fu aderire a Forza Italia”

 

Pierluigi GilliPierluigi Gilli ha 56 anni e per 10 è stato sindaco della città di Saronno, prima come indipendente, poi nella lista civica Unione Saronnese di Centro, poi nelle fila Forza Italia. Dopo due mandati, lo scorso anno, non potè presentarsi come provede la legge. La parentesi dei 15 giorni di insediamento di Luciano Porro come sindaco nel 2009, hanno permesso che lui si potesse ripresentare. Ma non con il centrodestra “ufficiale”, come Gilli lo definisce. Bensì con il neonato gruppo politico fondato da Gianfranco Librandi, Unione Italiana. Gruppo a cui hanno aderito anche numerosi amministratori che hanno seguito Gilli per anni, tra cui Annalisa Renoldi. «L’Unione saronnese di centro venne distrutta da alcuni nuovi ingressi nel gruppo – spiega Gilli -. A quel punto ho sbagliato una valutazione di carattere politico, forse il mio più grosso errore politico: decisi di entrare in Forza Italia. In quel modo ho perso quell’autonomia e indipendenza che invece una lista civica poteva darmi. Adesso con Unione Italiana mi ritrovo quasi da capo, essendo un partito non strutturato a livello nazionale, ho ritrovato quella libertà di azione a carattere locale».

 
Cosa l’ha convinta a candidarsi per un terzo mandato?
«Non mi sono candidato, me l’hanno chiesto. A dire la verità, un anno fa, quando stavo terminando il secondo mandato, mai avrei immaginato una situazione come quella che si è creata. Oggi, poi, ho pensato che con l’esperienza maturata in 10 anni, non sarebbe stato giusto rimanere con le mani in mano. Esperienza che vorrei mettere a disposizione della città. Se dovessi tornare a fare il sindaco, forse avrei minori difficoltà di altri a rimettere in moto la macchina comunale. Penso di avere ancora molte cose da dire e da fare».
 
Per dieci anni lei è stato comunque espressione del centrodestra. Oggi si presenta con questo nuovo gruppo. Il centrodestra risulta quindi spaccato, a cosa si trova di fronte l’elettore?
«Io farei qualche puntualizzazione: io per dieci anni ho governato la città con una maggioranza di centrodestra che però non aveva l’apporto della Lega Nord. Adesso il centrodestra “ufficiale” ingloba anche la Lega Nord con cui io a Saronno non ho mai avuto rapporti idilliaci. Con altri esponenti del Carroccio di altri livelli non ho mai avuto problemi. Secondo me, poi, oggi il centrodestra non è spaccato: bisogna dire che io e tanti altri che come hanno deciso di partecipare a questa avventura di Unione Italiana, è stata la fine di un equivoco c’erano posizioni talmente opposte su certi argomenti che sarebbe stato impossibile rimanere insieme. Abbiamo preferito togliere il disturbo e non ci interessa una sigla. Mi ritengo una persona moderata, più di centro che di destra. La mia ispirazione rimane ancora quella che ho imparato quando ero nella Democrazia Cristiana, non lo rinnegherò mai e ne sono orgoglioso».
 
Secondo lei ci saranno quindi delle sorprese da parte dei cittadini? Cosa si aspetta?
«Saranno loro a decidere del futuro della città. Noi non abbiamo un apparato politico corposo alle spalle né richiami di natura nazionale che comunque hanno il loro peso. Ma ricordiamo che sono elezioni locali e i cittadini lo scorso anno hanno già dato prova di sapere benissimo cosa sia il voto disgiunto. Segno che le persone contano, forse più dei simboli».
 
Se lei non andasse al ballottaggio, quale sarebbe la sua posizione?
«Intanto bisogna vedere bene i risultati. Non è solo una questione dei candidati al ballottaggio ma di misure delle varie liste. La risposta nel centrodestra la stanno già dando gli altri dicendo che non verranno mai con Unione Italiana. Prenderemo atto che non siamo né richiesti né voluti. Non è un problema nemmeno di carattere ideologico perché mi ritengo comunque di essere schierato in maniera alternativa alla sinistra».
 
Qual è oggi l’esigenza primaria di Saronno?
«È quella di fare i conti con una realtà finanziaria molto difficile. Si deve stare molto attenti a quali saranno le scelte di fare qualcosa prima di qualcos’altro. Credo che tutto debba essere puntato per cercare di mantenere il livello qualitativo e quantitativo dei servizi che il comune ha offerto fin’ora alla città. Non si potrà da tagli o da riduzioni, tantomeno nei servizi sociali. Questo deve essere tenuto ben presente. Fare tagli ora in questo settore sarebbe da irresponsabili».
 
Saronno ha un’alta densità  abitativa, si parla tanto di cementificazione, passata e futura. Come affronta questa problematica?
«I confini di Saronno non esistono più, sostituiti nel corso degli anni dalla stratificazione di urbanistiche slegate tra di loro nell’hinterland milanese, da cui è derivata disordinatamente una grande zona di aggregazione urbana praticamente senza soluzione di continuità, sicché la programmazione del territorio non può più essere racchiusa all’interno di ogni singolo Comune, ma dev’essere trattata in modo comprensoriale. Occorrerà limitare al massimo il consumo di suolo, privilegiando anzitutto la riconversione di aree dismesse, senza andare ad edificare su terreni liberi; tutelare le ultime aree agricole che fanno da cornice ad un territorio fortemente antropizzato: in tal senso, preservare dall’edificazione e per sempre il vastissimo polmone verde costituito dall’Agro Saronnese; non escludere la possibilità di edificazione in altezza, così da ricuperare suolo libero all’intorno; incentivare l’edilizia di qualità, sia sotto il profilo architettonico, sia, soprattutto, sotto il profilo dell’ecocompatibilità e a basso consumo energetico (o autosufficienza energetica), con l’impiego dei materiali più idonei e la distinzione delle acque per l’uso potabile da quello per usi igienici, d’irrigazione o di produzione».
 
Esiste un problema sicurezza?
«La percezione della sicurezza è molto bassa, a causa dell’automatica trasposizione che i cittadini fanno degli esempi negativi riportati in modo martellante da televisione e stampa. Gli annuali rapporti dei Carabinieri della locale Compagnia dimostrano un progressivo contenimento dei reati. Nondimeno, non si può abbassare la guardia e proponiamo specializzazione e prolungamento dell’orario della P.L.; intensificazione di illuminazione e videosorveglianza; potenziamento dei “Nonni amici” per nuove forme di collaborazione di sorveglianza con le Forze dell’Ordine; controllo dell’immigrazione clandestina tramite verifiche di residenza e affitti, del nomadismo e dello sfruttamento di donne e minori per fasulla mendicità; controllo sistematico delle aree dismesse, con obbligo alle proprietà di mantenerle in sicurezza; forte incremento dell’insegnamento dell’educazione civica e della legalità agli stranieri per un’integrazione che parta dalla conoscenza della lingua italiana e delle nostre tradizioni».

Quale futuro per Palazzo Visconti?
«Diverse soluzioni sono proposte per Palazzo Visconti: spazi espositivi, museali, laboratori, locali di intrattenimento, biblioteca: generiche e di dubbia fattibilità. Rimane il progetto del 2008, giudicato l’unico attuabile dalla Soprintendenza: riportare a Palazzo Visconti il Municipiocon la realizzazione di altro edificio collegato, abbattuta la caserma dei VV.FF., per unirlo in un unico complesso monumentale a Villa Gianetti in amplissima area verde con parcheggio sotterraneo. Il nuovo complesso ospiterebbe gli Uffici del Comune e spazi per attività culturali nei locali più importanti, ricoperti di affreschi; sarebbe un uso continuo, vivo durante tutto il giorno, a disposizione dei cittadini. Anche i costi di gestione sarebbero sopportabili: più o meno quelli dell’attuale Municipio; è ignoto con quali fondi usi alternativi sarebbero pagati. Spiegati dettagliatamente i progetti alternativi, la decisione definitiva competerà ai Saronnesi, mediante un referendum».
 
Un Appello agli elettori?
«Non vendiamo sogni, ma amministrazione, una cosa seria che ci coinvolge tutti. I miei concittadini mi conoscono, mi hanno osservato fino in fondo durante i miei precedenti due mandati; sanno che cosa aspettarsi, sanno di poter contare su un impegno quotidiano, non ridotto alle poche ore del dopolavoro, sanno che l’esperienza acquisita, anche attraverso qualche errore, è la cosa in più che posso offrire; non propongo salti nel buio, né l’incertezza di alleanze sbilenche ed instabili. A nome dei validi candidati di Unione Italiana, un formidabile gruppo di persone perbene, chiedo dunque ai Saronnesi di ridarmi, di darci fiducia; sapremo ripagarla, insieme agli altri eletti che vorranno con noi pensare ed agire perché Saronno vinca sempre».
Manuel Sgarella
Martedi 23 Marzo 2010