Caronno Pertusella - Viaggio tra i caronnesi, nel paese più a sud della provincia, oltre Saronno. Più di 16mila abitanti per un paese che non ha un vero centro
“Ci sentiamo più milanesi che varesini”

Caronno Pertusella, la città dei record. È il cartello posizionato sulla Varesina che accoglie i visitatori in città. I record a cui si riferisce sono diversi: quello per il tiramisù e per la partita di softball più lunghi del mondo, stabiliti negli anni scorsi. In paese però non si parla molto di questa peculiarità: «Siamo il “peduncolo” della provincia di Varese – racconta Alice Arnaboldi, 21 anni, che lavora al Caffè dell’Angolo -. Personalmente mi sento varesina, ma sono in molti che vorrebbero sentirsi più milanesi». «Siamo in tanti a chiederci perché la burocrazia la dobbiamo fare a Varese – spiega il Cesare Fabio Burlini della Farmacia sulla provinciale -. Abbiamo Milano a pochi chilometri ed è un peso fare tutto a Varese». «Io mi sento molto più milanese -  aggiunge Oreste Migliavacca, dell’alimentari Migliavacca -. Varese mi piace per i posti, ma non mi sento Varesino».

 
Il paese, inoltre, non ha un vero e proprio centro, ne ha diversi. È divisa in tre frazioni: Caronno, Pertusella e Bariola. E anche la frazione di Caronno, oltre alla zona della restaurata chiesetta della Purificazione, i negozi e i servizi si distribuiscono sulla Varesina o alla stazione. «Difficile dire quali siano le bellezze di Caronno – prosegue Alice -. L’unica cosa bella come attività è il Palio, ma ci sono anche dei posti come la chiesetta. Altro non mi viene in mente. I problemi invece ci sono e molti, come le strade con troppe buche, o la mancanza di parcheggi. Per il futuro mi piacerebbe che si organizzassero più cose per i giovani. Non sappiamo dove andare la sera, e durante l’anno, oltre alla sagra del carciofo, non c’è altro».
 
«Sono a Caronno da una vita – racconta Oreste, 62 anni -. In tanti anni è cambiato molto. Mi piacciono molto le chiesette, una volta erano i centri, ma oggi è tutto troppo sparso. Il problema maggiore sono i giovani, oltre all’oratorio per loro non c’è altro. Il sogno sarebbe avere una migliore vigilanza, non solo da parte delle forze dell’ordine ma anche della famiglie nei confronti di questi ragazzi che sembrano in giro senza un punto di riferimento».
 
«La città è cresciuta molto in questi ultimi anni, non si sentiva il bisogno di questa crescita urbanistica – prosegue il farmacista Burlini -. Il bello di Caronno sono comunque le persone, hanno una gran voglia di fare e lavorare. Ma è proprio la mancanza di lavoro a essere un problema, magari i sindaci non possono fare molto, ma creare più dialogo con le aziende della zona è possibile. Il sogno è sicuramente la piena occupazione, anche se è un desiderio che va oltre il comune».
M.S.
Lunedi 18 Aprile 2011