Cocquio Trevisago - Netta riconferma per il sindaco uscente che riconsegna il paese al centrodestra. Lo sconfitto Barone: ŤOra cresciamo con i giovaniť. Sfortunata "Cocquio Tricolore": fuori dal consiglio per un solo voto
Ballarin non cede la fascia tricolore

Quarta elezione (non consecutiva) a sindaco di Cocquio Trevisago per Mario Ballarin (foto a lato). Il primo cittadino uscente, e rientrante, conclude la tornata delle amministrative 2011 raccogliendo il 56,19% dei voti, ovvero 1.328 preferenze. Si ferma al 35% il principale sfidante, Luigi Barone, che però conquista tutti e quattro i seggi di minoranza perché la lista “Cocquio Tricolore” del candidato sindaco Nello Riga resta fuori per un solo voto dal consiglio.
«Un po' questo risultato ce l'aspettavamo – dice a caldo il rieletto Ballarin – mentre in occasione delle altre tornate avevamo dovuto faticare di più. Sono molto contento anche guardando diversi comuni della zona dove la Lega e il PdL hanno avuto qualche difficoltà inattesa: a Cocquio siamo stati bravi e abbiamo “tenuto la posizione”. Anche con un divario netto sulla seconda lista classificata che ci rende 500 voti, e con la vittoria in tutte le sezioni in cui si è votato».
Luigi Barone, del “Paese che vorrei”, guarda al risultato sotto due luci differenti. «Vincere era un'impresa davvero molto difficile e lo sapevamo fin dall'inizio, perché a Cocquio l'accoppiata Lega-PdL è molto forte. Però devo dire che il nostro bacino di voti è stato mantenuto e anzi leggermente incrementato mentre il forte astensionismo, e in parte la terza lista, ha fatto perdere a Ballarin circa 500 voti. Ora facciamo gli auguri al sindaco e promettiamo un'opposizione costruttiva in Comune e l'impegno a far crescere un'alternativa; sono contento che in consiglio entrerà un ragazzo giovane come Leonardo Lempi che potrà fare esperienza».
È a due facce anche il commento di Nello Riga, capolista di Cocquio Tricolore che ha sfiorato l'ingresso in consiglio, mancandolo per un'inezia. «Siamo all'8,76% e questo è un risultato politico importante anche se siamo un po' demoralizzati per non avere consiglieri. Però ci siamo anche senza poltrona, con un numero di voti rilevante. Le elezioni sono andate come mi aspettavo, quindi ci aspettano cinque anni di immobilismo, in cui non si faranno le innovazioni che avevamo proposto noi».

Damiano Franzetti
Lunedi 16 Maggio 2011