Malnate - Samuele Astuti č il candidato del centrosinistra. IO anche lo slogan e l'arancione il colore di un programma elettorale che parte dall'idea di una cittā a misura di bambino
"Da piccolo volevo fare il Sindaco"

 samuele astutiIl Pd lo hanno fondato a casa Astuti. Il papà democristiano e la mamma diessina. Pane e politica da sempre. “Ho passato tante ore a tavola con la mia famiglia a discutere, con noi figli più radicali, ma sempre con la possibilità di confrontarci”. La prima tessera di partito è stata proprio quella del Pd.

Samuele Astuti è il candidato sindaco a Malnate per il centrosinistra. Un nome su cui, a parte qualche mugugno iniziale, è stato trovato subito un accordo tanto che la prima iniziativa pubblica è dei primi di dicembre. Io anche è lo slogan e l’arancione il colore della campagna elettorale per il voto di maggio.
Primo di quattro fratelli, cattolico, scout, sposato da tre anni con Greta, anche lei impegnata in politica come consigliere provinciale, Samuele è molto legato alla famiglia.
«Casa nostra, tra parenti e amici, è sempre stata molto viva e piena di gente. Una palestra per il confronto e il dialogo. Noi ragazzini avevamo la possibilità di ascoltare gli adulti e poi via via di prendere parte a quelle lunghissime discussioni».
 
Che bambino era e cosa sognava di fare da grande?
«Ho avuto un’infanzia serena, ma non ero un ragazzino tranquillo. A casa c’era sempre un buon motivo per agitarsi e fare un po’ di chiasso, poi con il tempo mi sono tranquillizzato. Già da piccolo pensavo di fare un lavoro sociale, utile per la mia città. Volevo fare il sindaco, perché mi sembrava una figura importante. Ricordo che nella mia visione di ragazzino, un paese non poteva andare avanti senza un prete, il farmacista, il medico e, appunto, il sindaco».
 
samuele astutiQual è stato il suo rapporto con la scuola e come la vede oggi?
«Fino all’Università non ero proprio un amante della scuola. Quando prendevo sei e mezzo pensavo sempre che avrei potuto studiare un po’ meno e giocare di più. Poi, con il tempo ho imparato ad apprezzare gli insegnamenti. Riguardo al sistema nazionale, credo che fino a poco tempo fa avevamo uno dei programmi migliori a livello mondiale. Questo ci faceva essere uno dei paesi più apprezzati. Oggi non è più così e ne stiamo pagando il prezzo. Dobbiamo riprendere a ragionare sulla qualità».
 
Lei ha scelto di lavorare proprio nella scuola. Cosa fa?
«Sono coordinatore in un laboratorio di ricerca all’Università Carlo Cattaneo, la Liuc. In pratica cerchiamo delle vie di sviluppo per aiutare le aziende a recuperare efficienza. Ho poi un contratto anche con l'Università dell'Insubria».
 
Qual è il suo rapporto con il territorio?
«Ho avuto la fortuna di girare il mondo, sia per studio, sia per lavoro, ma il legame con casa mia è sempre molto forte. La salita delle Fontanelle verso Gurone, ogni volta, mi dà la sensazione di essere tornato nel posto a me più caro. Mi piace correre, questo mi aiuta a vivere meglio la mia città e a conoscere alcune condizioni di Malnate a partire dallo stato delle strade e dei marciapiedi».
 
Perché si candida?
«Credo che la politica non stia passando un buon momento. Per questo mi sembra giusto che ognuno si impegni, ed è il giusto tempo per uscire allo scoperto e cercare di fare qualcosa di utile per la propria comunità. Come consigliere comunale ho acquisito un po’ di esperienza nella vita amministrativa e così quando mi hanno chiesto di essere io il candidato sindaco ho accettato con entusiasmo ».
 
Lei è partito da tempo e ha attivato iniziative per ascoltare i cittadini. Nella sua campagna elettorale la parola chiave sembra  “servizio”, come mai?
«Nasce dalla mia storia personale. È una parola che ho conosciuto nella mia esperienza con gli scout, dove ho imparato a collaborare, essere utile e sapermi assumere le responsabilità».
 
samuele astutiInsomma “lasciate il mondo migliore di come lo avete trovato” come diceva Baden-Powell. Ma a Malnate che significa?
«Significa dare ascolto, e poi possibili risposte, a tutte le problematiche che vivono i cittadini. Dalle strade, ai marciapiedi, fino ad arrivare alla vita sociale. Vorrei che tra cinque anni le strutture e la vita cittadina possano essere migliori. Sono convinto che non è il Sindaco a lasciare un segno della propria amministrazione, ma tutta la città attraverso la partecipazione attiva».
 
Un ulteriore punto su cui continua a battere è la “città a prova di bambino”...
«Se la città va bene per i bambini, va bene per tutti. Il mio impegno in questa direzione nasce da questa semplice considerazione. L’idea di coinvolgere tutta l’attività dell’amministrazione comunale prende il via da un’esperienza di Fano venti anni fa. È la dimostrazione che le buone iniziative non invecchiano mai. Nasce dal presupposto che i bambini conoscono e vivono sempre meno la propria città, avendo meno possibilità e meno spazi per giocare e divertirsi. Vogliamo cambiare questa tendenza non solo riservando loro aree, ma intervenendo anche sulla vivibilità all’interno del territorio».
 
Quali sono le sue passioni?
«Ne ho diverse, ma la più forte è sicuramente quella per i viaggi. Ho girato molto, mi sono innamorato dell’Argentina e dei paesi del sud dell’Africa. Mi diverto a camminare in montagna, a correre e ad andare in barca a vela, attività che mi permette di stare a contatto con l’acqua e con la natura. Il silenzio di certi attimi è stupendo. Ho un ottimo rapporto con gli animali e amo i cani, anche se ora ho un gatto di nome Mandarino, che è diventato il simbolo della campagna elettorale. Adoro anche stare in compagnia della mia famiglia, che mi sta dando una grossa mano per questa corsa; anche mio nonno, che ha 91 anni, ci dà il suo supporto, così come molti altri amici e conoscenti».
 
Quali sono stati i suoi maestri di vita?
«Sicuramente i miei genitori e i miei nonni sono sempre stati un cardine importante per me. Ricordo con piacere Don Emilio, Don Elia e la mia maestra delle elementari, la signora Cassina. Su larga scala direi Jeremy Rifkin e Giuliano da Empoli, scrittore e giornalista che ha spesso trattato il tema dell’impegno politico dei giovani».
 
Quale è il suo sogno nel cassetto?
«Prima o poi vorrei scrivere la sceneggiatura per un film. Mi piacciono i film italiani impegnati, con poche parole ma densi di significati, sarebbe quello lo stile».
Giovedi 31 Marzo 2011