Varese - La candidata spiega come potrà essere possibile insieme all'europarlamentare Gianni Pittella:"Bisogna costituire un team di persone competenti nello sviluppo dei progetti"
I soldi per il comune? Oprandi vuole "acchiapparli" dall'Europa

L'Unione Europea? Impariamo ad approfittarne finché siamo in tempo anziché denigrarla quando ormai è troppo tardi. «Anche a Varese».
Punta sull’Europa la candidata del Partito Democratico Luisa Oprandi, e lo fa partendo da quello di cui i comuni in questo momento hanno più bisogno: soldi. «Tanti, tantissimi soldi che l’Unione Europea ha stanziato per sostenere i progetti del territorio» ma che il territorio spesso non è capace di acchiappare. «E questo vale innanzitutto per il comune di Varese che nel suo bilancio può vantare finanziamenti dall’Ue pari allo zero per cento: niente», spiega Luisa Oprandi.
Il punto è che questi soldi non sono facili da ottenere perché, giustamente, da Bruxelles hanno bisogno di un progetto serio per capire da chi e in che modo verranno impiegati. «Per questo le istituzioni del territorio dovrebbero dotarsi di un team di esperti capaci di redigere i progetti, trovare le partnership, e formulare delle richieste convincenti presso gli istituti comunitari», lo spiega l’europarlamentare del Pd Gianni Pittella arrivato in via Monte Rosa per sostenere la candidata varesina.
Pittella, come spesso capita di sentire da un parlamentare europeo, biasima lo scarso interesse con il quale i politici italiani guardano all’Europa, «la tacciano sempre di inoperosità senza nemmeno cercare di sfruttare le immense risorse che invece mette a disposizione». Risorse che Bruxelles veicoli attraverso 3 diversi percorsi, «alle Regioni, al Governo nazionale e infine attraverso fondi promossi direttamente dall’Unione Europea. Ed è proprio per sfruttare quest’ultimi che bisogna avere le competenze per costruire un progetto in grado di aggiudicarsi i finanziamenti».
Da professoressa Oprandi rincara, «nelle scuole questa prassi è realtà ormai da dieci anni: si costruisce un progetto con i ragazzi e si cerca di promuoverlo presso l’Unione Europea che sovente elargisce i finanziamenti. Io l’ho sempre fatto, tantissime professoresse lo fanno in tutte le scuole, non vedo perché non dovrebbe farlo un’amministrazione di una grossa città costituendo un team ad hoc capace di sfruttare questa inestimabile risorse».
Del resto Varese avrebbe tutte le carte in regola, dice il consigliere regionale Alessandro Alfieri insieme al collega Stefano Tosi: «abbiamo l’università, centri di eccellenza in ogni campo, sarebbe relativamente facile elaborare una progettazione vincente. Basterebbe smettere di piangersi addosso o invocare il federalismo e cercare innanzitutto di sfruttare i soldi che già ci sono».

Tomaso Bassani
Venerdi 8 Aprile 2011