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Varese - Dichiarazione di Giampaolo Livetti, Consigliere Provinciale e candidato alle regionali con ETICO-A Sinistra, Per un'altra Lombardia
Livetti (Etico). "Expo 2015 deve dare lavoro"
Tra le sfide più importanti che il futuro Consiglio Regionale dovrà affrontare ci sarà la gestione, pur con altri soggetti istituzionali, dell’Expo 2015. È più di un secolo che si svolgono questi eventi, e le ultime versioni dell’Expo hanno dato risultati molto controversi. Sull’Expo verrà dirottata una quantità rilevante di denaro che potrà essere utilizzata in modo assai diverso, a seconda degli indirizzi politici che si vogliono far imboccare da questa iniziativa. Grosse strutture architettoniche, a testimonianza delle moderne tendenze estetiche o tecnologiche? Poli di attrazione mediatica per celebrare l’evento, senza dimenticarci del marketing locale, che valorizzi le indubbie bellezze della regione? Tutto bello, ma un pericolo è incombente: quello che, finita l’Expo, restino contenitori vuoti, da demolire; oppure belle pubblicazioni da gettare al macero, in una situazione socio-economica che l’Expo non riesce neppure a scalfire. Questo pericolo si è già evidenziato in coda a grandi eventi espositivi degli ultimi anni: un vero e proprio flop, con passivi rilevanti. Chi ha una certa età ricorderà la vicenda delle Torino di Italia '61, più di cinquant’anni fa; più recentemente si possono citare le realizzazioni di Italia ’90 o delle Olimpiadi della Neve, sempre a Torino. Eppure l’Expo 2015 ha, nel suo tema di fondo, un argomento di una rilevanza vitale: l’acqua e il cibo. Questi temi sembrano retorici, ma in un prossimo futuro dovremo senz’altro affrontarli. La Lombardia, in quanto regione molto antropizzata, deve fare i conti con i problemi di captazione, distribuzione e depurazione dell’acqua. Anche in Provincia di Varese non si organizza ancora il ciclo completo dell’acqua, che in alcuni settori è un vero… colabrodo. È utopistico pensare che l’Expo sia l’occasione in cui la Regione mette in rete le conoscenze universitarie, gli istituti di ricerca, le tecnologie industriali che già lavorano per il risparmio e l’ottimizzazione di un bene come l’acqua? Un referendum l’ha confermata bene comune, da mantenere pubblico, a un buon livello qualitativo, a un prezzo non speculativo e dunque (questo è l’impegno implicito di chi ha vinto i referendum) da non sprecare. La Regione potrebbe utilizzare l’Expo per far diventare la Lombardia punta avanzata di ricerca e sperimentazione su questo tema, vitale per il futuro. Integrando così ricadute economiche, sociali ed ambientali. È utopistico pensare che, grazie all’Expo, si facciano progetti e sperimentazioni per la produzione agro-alimentare delle zone come il nord della Provincia di Varese, pregevoli dal punto di vista ambientale, ma sempre più abbandonate dalle industrie che si trasferiscono altrove? In queste zone, infatti, anche la tradizionale risposta del frontalierato inizia a mostrare qualche battuta d’arresto. Certo ci vuole una strategia che vada ben oltre l’Expo, ma che dall’Expo potrebbe ricavare progetti e primi passi. Occasioni produttive agro-alimentari di pregio già ci sono, in Provincia di Varese: si tratta di studiare una filiera che incentivi e renda ampia la produzione, la diffonda in più centri, ne distribuisca i prodotti nelle zone a sud della provincia stessa, bacino d’utenza molto interessante. Al risvolto economico e a quello occupazionale, una tale strategia aggiungerebbe una valenza ambientale indubbia: l’abbandono di alcune zone, pure incontaminate dal punto di vista naturalistico, oggi comporta un costoso dissesto che solo la presenza di attività umane può fermare. Riuscirà la Regione Lombardia a coniugare in modo moderno i due grossi argomenti dell’Expo 2015? Oppure sarà l’ennesima vetrina, gonfia di costosa retorica e di lustrini, impolverata dopo qualche mese e in rovina dopo qualche anno dalla sua conclusione? Come sempre, spetta agli elettori scegliere la risposta.
Giovedi 7 Febbraio 2013
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