«Gli scienziati della politica ci hanno rovinato. Monti, la Fornero, Bersani... ci hanno messo nei guai. Adesso bisogna pensare ai giovani e ai pensionati ma anche alle imprese che stanno fuggendo all'estero». Umberto Bossi ritorna in campagna elettorale e da Samarate, dove ieri sera ha partecipato a un incontro per sostenere i candidati del Carroccio alle regionali, attacca il governo dei tecnici e la sinistra di Bersani. È un Bossi certamente più pacato ma tutt'altro che rassegnato quello che ieri ha parlato a lungo davanti al pubblico presente nella Sala Pozzi di San Macario. Oltre un centinaio i presenti in sala ma anche molti posti vuoti per un incontro quasi più simile a una riunione che a un comizio elettorale. Accanto al Senatur anche il sindaco Leonardo Tarantino, il segretario provinciale Matteo Bianchi e i candidati alle elezioni regionali Claudia Colombo, Daniela Restelli e Giampiero Reguzzoni.  «Hanno rovinato il sistema pensionistico - ha detto più volte Bossi -. E ci sono dei pensionati che devono elemosinare per mangiare. E poi c'è il problema degli esodati che è una vergogna per il nostro paese. Mentre i giovani sono rimasti senza lavoro perché le imprese stanno lasciando l'Italia. Adesso dobbiamo pensare a loro».

Poi tocca a Bersani: «Adesso ha paura - ha aggiunto il fondatore del Carroccio - per quello che è successo alla Monte del Paschi di Siena. Bersani ha una buona memoria storica e ricorderà di certo quello che è già successo con lo scandalo della banca di Roma che spazzò via la sinistra storica. Mi chiedo però perché da questa faccenda non escano intercettazione come invece succede per ogni altra vicenda. A sinistra non ci sono mai le intercettazioni». Di Roberto Maroni Bossi ha dichiarato: «Fa bene a pensare ai giovani, al welfare, ma anche alla sicurezza. E poi il Pd vuole aprire le frontiere e dare il voto agli immigrati. Bisogna aiutare i paesi poveri ma non così e soprattuto con accordi economici veri e prori». Infine l'attacco a Monti: «Ha un piano preciso. Il suo progetto politico è quello di far crescere gli utili dello stato aumentando le tasse. Ma così, se la gente non ha più soldi, crolleranno i consumi, le produzioni si fermeranno e le imprese taglieranno la corda».