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Varese - Secondo il candidato gli enti locali non hanno sostenuto l'ateneo
Fedi (FDI): "Ho letto con sorpresa articolo su università"

Ho letto con sorpresa l’articolo apparso oggi sulla stampa intitolato “Città universitaria: missione fallita” e con stupore i nomi degli intervistati. Tutte opinioni rispettabili, ma credo che i veri padri dell’Università dell’Insubria siano altri e la città lo sa molto bene.

Da qualche anno faccio parte del Nucleo di Valutazione dell’Insubria e, in controtendenza (ma nessuno lo sottolinea, purtroppo) la nostra Università è passata da 4 mila a 10 mila iscritti.

E devo anche dire che non è stata l’Insubria a “tradire” la sua missione, ma semmai alcuni enti locali, che negli anni non hanno rispettato gli impegni presi sulla base di accordi di programma che hanno firmato proprio con l’Ateneo. Mi risulta anche difficile da comprendere come possa essere l’Università a “trainare” il territorio e non il contrario. In una società ognuno ha compiti ben precisi. Quelli di un ateneo sono: l’insegnamento, la ricerca e l’attività clinica. E mi pare che, a tal proposito, ci siano delle eccellenze all’interno dell’Università. E quindi deduco che l’Ateno abbia ben operato e nel pieno rispetto dei suoi compiti sul territorio. Certo il paragone con Pavia, Bologna o Oxford è improponibile, anche perché stiamo parlando di realtà con tradizioni secolari. Per giungere a quei livelli non bastano 15 anni di vita.

A Raimondo Fassa, infine, vorrei rinfrescare la vicenda della Caserma Garibaldi. L’ex sindaco di Varese forse dimentica che ai tempi in cui è stata offerta la caserma (che per altro meriterebbe davvero un recupero serio) l’immobile era di proprietà del Demanio. In altre parole è come se io offrissi a un terzo la casa di Fassa. E poi mi lamentassi perché l’altro non l’ha accettata.
 

Venerdi 1 Febbraio 2013