Questo è il mio nome

30 Giugno 2018

La Parrocchia di Dumenza è in prima linea e collabora strettamente con Agrisol, la cooperativa della Caritas diocesana di Como: due realtà che insieme invitano a guardare il mondo e le persone con occhi diversi, con gli occhi di Dio, affinchè tutti noi come cristiani e cittadini possiamo diventare lievito nella società, così da potere abbattere le barriere e promuovere l’incontro con l’altro.
Grazie alla presenza di queste due realtà, a Dumenza, i migranti sono persone che partecipano alla vita della comunità e del paese perché sono stati accolti e accompagnati in un cammino tra pari, dove ognuno è fermento e ricchezza per l’altro. E’, infatti, nella relazione che si possono scoprire le reciproche povertà e ricchezze, che poi devono essere armonicamente composte.
In questa ottica, per cercare di conoscere meglio chi sia il migrante, sabato 30 giugno, alle ore 20.45, presso la chiesa di S. Giorgio di Dumenza, verrà presentato lo spettacolo del Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia: “Questo è il mio nome”, che ha ricevuto il Premio del Pubblico al 15° Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria. Non esistono vite di seconda categoria, ogni vita vale: rifugiati e richiedenti asilo, provenienti da Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Gambia, sono i protagonisti di questa pièce teatrale. Il testo indaga le ragioni profonde che hanno spinto gli attori ad avvicinarsi inesorabilmente verso un’Europa che non li vuole, portando con sé i saperi, le storie e la cultura del loro mondo. “In scena nessun buonismo – sottolineano gli autori, Monica Morini e Bernardino Bonzani- ma ciò che rende uguali gli esseri umani: i giorni felici, l’infanzia, la relazione con i genitori e i saperi di cui siamo portatori. Poi questo patrimonio incandescente fa i conti con realtà che negano la sopravvivenza, allora la vita porta allo strappo, alla scelta, alla fuga: insomma, tutto quello che è escluso dai documenti delle Questure del mondo. Le loro esperienze di vita sono pesanti, ma ognuno di loro nell’atto teatrale è leggero: il loro è un canto universale in grado di attraversare confini geografici e storici”.

27 Giugno 2018

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