Anche il giudizio del professor Canfora su Giorgia Meloni è “libertà di pensiero”

22 Agosto 2023
Egregio Direttore,
di recente un generale dell’Esercito, già comandante della Brigata Paracadutisti Folgore, ha pubblicato un libro in cui esprime apertamente opinioni di carattere razzista sugli immigrati, sugli omosessuali, sui socialisti, sugli ambientalisti e su coloro che in ambito civile e sociale hanno idee progressiste. Tale personaggio, ripreso dal Ministro della Difesa e dallo Stato Maggiore dell’Esercito, è stato difeso in nome della libertà di pensiero non solo dall’estrema destra neofascista e sovranista ma anche da alcuni esponenti del Governo e da alcuni collaboratori dello stesso Presidente del Consiglio dei Ministri. È legittimo per un privato cittadino avere biasimevoli opinioni personali razziste ma non è legittimo né lecito esprimerle pubblicamente da parte di chi appartiene all’Amministrazione Pubblica, in particolare dello Stato, che è al servizio imparziale di tutti indipendentemente dalla loro razza, dalla loro fede religiosa, dal loro sesso, dal loro orientamento politico e sessuale (artt. 3 e 97 Costituzione), come prevede anche il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Chi vuol esprimere assurde e deliranti tesi razziste deve prima dimettersi dall’Amministrazione pubblica e da ogni incarico pubblico.
Se il famoso storico Prof. Luciano Canfora, da sempre impegnato in ambito politico, civile, sociale e culturale, è stato querelato per diffamazione dall’On. Giorgia Meloni per aver definito in modo ingenuo quest’ultima, prima che la medesima diventasse Presidente del Consiglio dei Ministri, “neonazista” per le sue dure affermazioni sui migranti (se il Docente avesse utilizzato il diverso termine “neofascista” nulla gli sarebbe stato imputato), alla luce delle difese assunte in nome della libertà di pensiero nei confronti del suddetto generale da parte degli esponenti dell’estrema desta e da alcuni collaboratori della stessa On. Meloni per logica conseguenza anche la forte affermazione utilizzata dal Prof. Canfora nei confronti dell’On. Meloni dovrebbe essere considerata come una legittima critica politica nell’ambito del legittimo esercizio della libertà di pensiero!
È certamente ipocrita che esponenti e simpatizzanti dell’estrema destra, in verità prevalentemente non appartenenti alla maggioranza di Governo, i quali si richiamano al passato regime fascista che ha barbaramente ucciso 3.000 oppositori politici, ne ha incarcerato 44.000, ne ha condannato 10.000 al confino, ne ha fatto deportare 23.800, oltre a 8.500 italiani di religione ebraica, nei campi di sterminio nazisti, che ha duramente represso le libertà personali, civili e politiche con le “Leggi fascistissime”, ora invochino la libertà di pensiero! Comunque l’Esercito italiano ha già arruolato proprio nella Brigata Paracadutisti Folgore ufficiali medici di origine marocchina che hanno combattuto duramente contro la grave epidemia del Covid!
È triste e preoccupante sentire pubblicamente ancora tesi razziste che si sentivano in Germania e in Italia negli anni trenta del secolo scorso! Gli esponenti dell’estrema destra provano a far metabolizzare a un popolo ormai assuefatto a tutto e ormai inerte ogni possibile cambiamento legislativo e costituzionale per togliere o per limitare diritti civili e sociali che ritenevamo definitivamente acquisiti con la Costituzione democratica, con lo Statuto dei Lavoratori, con il nuovo diritto di famiglia, con le leggi sulla tutela delle minoranze etniche e religiose e delle categorie più deboli e contro ogni ingiuria, violenza e discriminazione razziale. Al di là del caso specifico e dell’evidente grave problema sociale dell’immigrazione le manifestazioni e le espressioni di carattere razzista non possono essere comprese nella tutela della libertà di pensiero infatti in Italia i “Delitti contro l’eguaglianza”, ossia tutti i gesti, le azioni e gli slogan legati all’ideologia nazifascista che incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, sono previsti come reati dagli artt. 604-bis e 604-ter del codice penale.
Per imparare a capire e ad apprezzare cosa sia la “Libertà di manifestazione del Pensiero” al posto di farneticanti testi razzisti scritti da estremisti privi di ogni cultura si dovrebbero leggere le “Lettere dal carcere” scritte durante la sua lunga detenzione per motivi politici da Antonio Gramsci, il Pensatore italiano più letto, più tradotto e più studiato negli Stati Uniti (Gramsci, chi era costui?).
Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.
Alberto Morandi
Laveno Mombello (VA)
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