Bisogna avere il coraggio di pensare ora al post emergenza
29 Marzo 2020
L’emergenza sta fermando i circuiti della produzione e della spesa. In prospettiva abbiamo lo spauracchio della recessione economica che rischia di farci piombare indietro di molti anni.
Ieri sera Conte e Gualtieri hanno comunicato i stanziamenti del Governo: 4,3 miliardi per i Comuni che sono un anticipo (di un mese) su soldi che i Comuni usano per la spesa corrente. Poi ci sono i 400 Milioni che, non si sa ancora come e quando, saranno dati a chi ha difficoltà a fare la spesa.
Oggi però dobbiamo avere il coraggio di pensare al post emergenza e per questo servirà immediatamente una nuova fase per il lavoro.
Servirà flessibilità in entrata per facilitare la ripartenza, con l’apprendistato e la somministrazione di lavoro come strumenti di reingresso principale nel mercato del lavoro: per ripartire sarà necessario portare avanti un processo di progressiva liberalizzazione, indirizzato alla rimozione di “limitazioni” e “restrizioni” alla realizzazione delle fattispecie interpositorie. Solo così si potrà realizzare un mercato del lavoro dinamico e flessibile, capace cioè di contribuire alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini.
Servirà poi supportare il reinserimento di chi ha perso il lavoro, con robuste politiche attive e certificazione delle competenze, per garantire un capitale umano più elevato. A questo andrà associato un patto di produttività.
Sarà necessario poi mettere in cantiere una riforma del sistema fiscale, per accrescere la quota di salario e spingere così la domanda interna. Serviranno infine incisive politiche di welfare a livello bilaterale.
Sono solo poche idee da sviluppare, ma serve prendere atto che la ripartenza dovrà essere velocissima.
Andrea Zirilli
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