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Covid, odissea di una anziana in ospedale

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8 Gennaio 2022

Gentilissima, racconto cosa sta accadendo a mia madre, attualmente ricoverata il Rsa in provincia di Varese perché anziana (ultra ottantenne) e non autosufficiente, che da lunedì sera risultata positiva ad un tampone antigienico in Rsa è stata catapultata in una realtà ospedaliera in un periodo critico come questo. Premetto che mia madre non è uscita dalla Rsa ne’ ha ricevuto visite di persone non dotate di green pass, ma a quanto pare un dipendente asintomatico e positivo, ha generato una situazione esplosiva in una struttura che dovrebbe considerarsi protetta.

Dopo giorni in cui il pronto soccorso ha seguito l’anziana monitorandola nei diversi valori e facendo diversi esami, ringrazio gli infermieri e i medici di tutto il lavoro, ma purtroppo mia madre sta soggiornando in pronto soccorso e non in un reparto, con tutti i disagi che possono derivare dal fatto che il pronto soccorso è uno stadio di ingresso e selezione dei malati, non di soggiorno. Non solo ma dopo alcuni giorni, parlando prima con i medici e poi con il direttivo della Rsa mi viene promesso che se la situazione di mamma è stazionaria e non si aggrava potrebbe proseguire la cura in struttura. Peccato che alle parole, nonostante la situazione dell’anziana sia stabile, non seguono i fatti.

Anzi le parole dette vengono disattese, da diverso tergiversare, obiettando che ora (sembra essere Ats a fare direttive che escono ogni minuto e contrastano le precedenti) è necessario un tampone negativo per rientrare in Rsa. Detto questo, però nella stessa struttura ci sono anziani Covid positivi che vengono curati in struttura con il dovuto isolamento. E mia madre quindi ha un trattamento differenziato, perché? Non solo ma nel frattempo ecco che anche da parte dell’ospedale viene fatta una nuova promessa di spostare l’anziana in un reparto più comodo in attesa di rifare il tampone. Peccato che la corsa al posto letto libero è come la corsa all’oro e nel momento in cui si arriva alle porte del reparto il posto letto che prima era libero ora non lo è più e la signora deve tornare a soggiornare e dormire in quello che è il pronto soccorso Covid, nonostante l’età, nonostante la fragilità psicologica ed emotiva e nonostante non possa vedere mantenute le promesse che continuamente le vengono fatte da chi dovrebbe conoscere le regole, le leggi ed avere rispetto e cura per la terza età.

Ringrazio se potete pubblicare quanto scritto, perché pura verità e tristezza insieme.

Lettera Firmata

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