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Dove ci sono più auto ci sono più incidenti

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24 Aprile 2007

Caro Direttore e redazione
È con stupore che mi soffermo oggi a leggere il materiale pubblicato dal vostro validissimo portale in merito alla “strage” di motociclisti di questo periodo.

Il mio stupore non e’ tanto per il fatto che si parli del problemi dei motociclisti solo quando muoiono, a questo sono abituato, abituato come ai brufoli o al torcicollo dopo 600Km di moto.
Quello che mi stupisce é che in un portale di tale valore,
spessore e intelligenza si cada in errori e banalità che sono di solito caratteristica di ben altre testate.
Si, i motociclisti muoiono, come gli automobilisti, i ciclisti, i dentisti e i commercialisti, ma i motociclisti fanno più notizia e quindi si fa più rumore quando accade.

I numeri che si trovano sui giornali sono impressionanti, ma
palesemente “incompleti” (per non dire di peggio), la conta dei morti in moto non ha molto senso se non si acclude una statistica sulle responsabilità di questi incidenti.
È banalmente scontato che in un incidente tra un pedone e
un’auto MUOIA il pedone, tra un ciclista e un’auto MUOIA un ciclista. Vogliamo colpevolizzare i pedoni? I Ciclisti?
Vi prego, facciamo informazione consapevole.

Davide Ghiraldini ha giustamente messo in evidenza una scarsa conoscenza sull’argomento e forse questa e’ la prima soluzione: conoscere prima, giudicare e legiferare dopo.
Sottolineare che si definisce “grossa cilindrata” un Transalp serve a dare un’idea chiara di quanto vaga sia la visione del mondo motociclistico da parte di chi ne e’ fuori (istituzioni in testa).
Uno studio del ACEM (Associazione dei costruttori europei di
motocicli,http://maids.acenbike.org ) evidenzia, senza alcun
dubbio, cose che sono in palese contrasto con le asserzioni di “criminalità” che ci vengono imputate dai media e dalle istituzione. Smentisce CATEGORICAMENTE che la prima causa di incidenti sia la velocità o la potenza stabilendo che il 50% (il 90% nel caso dei ciclomotori) degli incidenti si verificano a meno di 50Km/h e che la causa primaria sia l’impatto con gli autoveicoli (60%).
Scopriamo anche che il 72,3% degli incidenti avviene in aereeurbane ad alta densita di traffico e dove non si sfreccia certo “come Valentino”.

Mi sembra ovvio dedurre che dove ci sono più auto ci sono più incidenti.
Questi sono numeri, ma e’ abbastanza passare qualche ora in
strada e fare caso ai comportamenti assurdi che si riscontrano da parte di tutti, auto e moto.
Però in un incidente tra auto e moto se un motociclista
“sgarra” paga, quando sgarra un automobilista paga sempre e
comunque il motociclista.
Così, danno e beffa, il motociclista oltre a pagare lo sbaglio dell’automobilista si vede pure additato da “criminale”.
Questa, nella migliore delle ipotesi, è ignoranza…

Questa è la settimana internazionale della sicurezza stradale, parliamo di sicurezza stradale davvero, senza la volontà di sbattere il mostro in prima pagina.
Parliamo dei guard rail assassini che a 30Km/h possono mutilare o uccidere, parliamo del fondo dissestato, parliamo dei dossi fuorilegge, parliamo degli autovelox usati per fare cassa e non per prevenire, parliamo delle forze dell’ordine sempre più impegnate a cercare lo
scarico non omologato e sempre meno a fermare gli automobilisti al telefono.
Parliamo di educazione stradale: bacchettiamo gli stupidi in
moto (NB: non ho scritto motociclisti) che usano la Valganna come una pista, ma anche gli automobilisti che considerano lo stop solo una decorazione.
Parliamo di civiltà della mobilità: di automobilisti che
tirano sigarette accese addosso ai motociclisti, alle code di auto causate dalla curiosità di vedere il ferito nell’incidente, del parcheggio selvaggio dietro le curve, delle inversioni a U per raggiungere l’amico al picnic…
Parliamo di queste cose che ci toccano da vicino OGNI DOMENICA in Valganna come in qualunque altra zona della nostra bella provincia senza fare botteghino con la foto del motociclista “sporco e cattivo” che ha avuto quello che si merita.

La teoria sulle spese sanitarie è qualcosa di assolutamente
allucinante: dovremmo quindi far pagare di tasca propria anche i fumatori? Gli Obesi? Quelli che hanno avuto malati di cancro in famiglia? Gli sciatori? Quelli con la auto veloci? Gli scalatori? Per avere l’assistenza sanitaria si dovrà restare a casa in poltrona mangiando sedano, bevendo acqua e con un estintore accanto alla poltrona?
Oppure andare in giro in SUV?
Una pubblicità radiofonica di un SUV recita: “In città non ci sono regole..”
Un bel carro armato con gli interni in pelle… la legge della giungla. Ma per favore!

Le soluzioni verranno e vengono SOLO dalla conoscenza e oggi le istituzioni non CONOSCONO quello che ciecamente vessano e combattono (polizia in testa).

Gianni Zamperini
Coordinamento Moticiclisti
Responsabile Lombardia e Macrozona NORD
http://cmlombardia.bbk.org

Gianni Zamperini

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