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I musei sono spazi dove portare bambini e studenti

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16 Dicembre 2013

In questi giorni ho seguito con notevole interesse una accesa discussione innescata dalla dott.ssa Bambi Lazzati sul un tema che potremmo definire "didattica museale e corretta fruizione dell’opera d’arte".  

Gli interventi in difesa del servizio offerto dal museo varesino mi sono sembrati chiari, circostanziati e autorevoli, tuttavia vorrei introdurre un ulteriore elemento di riflessione a sintesi di quanto già evidenziato.
Il nocciolo della questione riguarda cosa vogliamo fare dei Musei: un luogo di tutela? un’agenzia educativa? un bel posto o un posto noioso e buio? un "ambiente ispirante"- l’espressione è di una mia alunna tunisina- o mortalmente noioso?
Riprendendo le parole di Jessica Silvani che è intervenuta sul tema, la giusta esigenza della tutela non può limitare l’accesso, nè, e sarebbe gravissimo, si può riservare la fruizione dell’opera d’arte escusivamente ad alcune categorie di visitatori"scelti": da anni, e primi sono stati paesi anglosassoni, la didattica museale rivolta ai bambini li coinvolge in attività guidate multisensoriali che si svolgono NEL museo accanto alle opere d’arte. 
 
L’ulteriore aspetto del problema riguarda la percentuale dei visitatori nei musei: tutti sanno che a fronte di un aumento dei visitatori alle Mostre Evento, è diminuito notevolmente il numero dei visitatori alle collezioni permanenti. Stando alle parole dell’assessore Longhini a Varese NON è così. 
Ancora una volta è una questione di educazione: la passione per l’arte si acquisisce da piccoli, cresce da ragazzi e ci si porta dietro tutta la vita.
SERVE LA SCUOLA!
( Per effetto della riforma Gelmini più della metà degli studenti italiani delle scuole superiori  non sente parlare di storia dell’arte – non più nei professionali, molto meno nei tecnici e nei licei- di conseguenza NON VISITA I MUSEI o altri luoghi del patrimonio artistico-culturale italiano.)
 
O meglio, serve un’alleanza fra la scuola e il museo: in questa direzione mi sembra si stia operando a Varese: personalmente da anni porto le mie classi a conoscere l’arte SUL territorio, dentro e fuori dai musei, innanzi tutto imparando a "leggere" il paesaggio. 
Tuttavia perchè si crei una sorta di "fidelizzazione" è necessaria una esperienza coinvolgente: i miei studenti che hanno partecipato alle letture pariniane al Castello di Masnago o allo stage estivo sono informati sull’attività del Museo, specie attraverso la pagina facebook, hanno portato degli amici, tornano in occasione di iniziative culturali quali conferenze o cineforum.
Così succede per altri studenti varesini, sempre grazie alle iniziative di collaborazione attivate fra museo e scuola.
 
I miei tre figli sono ormai grandi, è passato il tempo dei laboratori e delle feste di compleanno al museo, ne ricordo una del mio maggiore, proprio pensando a loro come ai miei studenti, credo che il museo DEBBA E POSSA essere COOL.
 
ART MAKES YOU SMART.
( Da un articolo del NYtimes attraverso la pagina facebook del Castello di Masnago)
F.R.    
F.R.

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