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I rapporti con i militari americani

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30 Aprile 2005

Vi è una questione che mi rode da qualche tempo – esattamente dal momento della strage del Cermis – e sulla quale sento solo sporadici accenni, nonostante sia stata riproposta in termini mediatici in maniera addirittura dirompente, ma in realtà in modo superficiale dall’uccisione del Dott. Calipari, fatto sul quale mi voglio fermare solo per il voluto (e comunque anche dovuto) atto di deferenza.
Premetto che sono un convinto sostenitore della cultura e della democrazia occidentale, sia europea (che a mio parere ha un primato se non altro temporale) che di oltreoceano, non posso proprio per ciò non ribellarmi alla mancanza di reciprocità.
Io sono fermamente convinto che oggi non vi sia nessun motivo per il quale chi compia un illecito doloso o gravemente colposo sul territorio della Repubblica Italiana, (Repubblica costruita sì con un intervento rilevante dei militari americani ed inglesi nell’ultima guerra mondiale, ma anche e soprattutto con il sangue e con il lavoro dei nostri Nonni e Padri, e con il sacrificio anche in tempo di pace di numerosissimi servitori dello Stato) possa essere sottratto al giudizio del Popolo Italiano rappresentato, checchè se ne dica nella quasi totalità dei casi più che degnamente, dalle Sue Leggi e dai Suoi Magistrati.
Per questo motivo si deve porre la questione: chi vuole stare sul territorio della Repubblica Italiana deve rispettarne le Leggi; e se un pilota americano di stanza in Italia compie un illecito doloso o colposo deve risponderne almeno quanto un pilota della Aeronautica Italiana (qualcuno obietterà, si è visto come hanno risposto i Generali di cui è stato accertato l’alto tradimento, ancorchè prescritto, ma questa, come si di ce, è un’altra storia).
Se il governo degli Stati Uniti d’America non accetta questa logica, può ben farlo, ma non sul territorio Italiano.
Sono convinto – tra l’altro – che un comportamento meno succube guadagnerebbe agli Italiani, ed ai loro governanti, maggior considerazione da parte degli stessi Stati Uniti.
Qualcuno dirà: ma se chiudono le basi saremo più poveri. E qui stà il punto: siamo disposti a vendere la libertà conquistata col sangue dai nostri genitori per un tozzo di pane in più? E se loro avessero ragionato nella stessa maniera cosa sarebbe successo?

Massimo Galli

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