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Il pericolo del mondo digital-virtuale della macchina

cellulare in auto
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7 Giugno 2016

L’articolo 173 del Codice della strada prevede che “è vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ……..a coloro che violano tale norma si applica una sanzione amministrativa individuata in una somma compresa tra 161,00 euro e 646,00 euro, con una decurtazione di 5 punti sulla patente, oltre alla sanzione accessoria della sospensione della stessa da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un’ulteriore violazione nel corso di un biennio.

Questo è quanto prevede il codice per chi utilizza il telefonino durata la guida di autoveicoli senza l’ausilio di auricolari.

Una norma ormai obsoleta, visto cosa succede giornalmente sulle strade italiane.

Come spesso accade, in Italia le leggi emanate sono già antiquate, anacronistiche, non al “passo coi tempi”.

Perchè gli “apparecchi radiotelefonici” non sono solo adibiti alle conversazioni orali, ma anche e soprattutto alla trasmissione di messaggi scritti e alla navigazione internet, i cosiddetti smartphone hanno soppiantato i vecchi GSM.

L’abitacolo dei veicoli motorizzati si sono trasformati in postazioni telematiche-digitali dove la guida è solo un opzional, o meglio, solo “un’ attività accessoria” della “principale” occupazione quotidiana: utilizzo dei social network e scambio di messaggistica all’interno di un mondo digital-virtuale.

Fateci caso, ormai la giornata della maggior parte delle persone e cadenzata dallo sguardo fisso sui display degli smartphone o dei laptop, tutto il resto è una “fastidiosa” scocciatura che disturba, che corrompe, che invade e contamina il mondo virtuale.

Ma il mondo virtual-digitale durante la guida di autoveicoli è una vera e propria “arma letale” di distruzione di massa.

Sulle strade di ogni centro urbano e extraurbano, in ogni ora della giornata e della notte un enorme numero di guidatori anzichè concentrarsi a pilotare il mezzo meccanico a 4 ruote si cimentano costantemente a utilizzare il loro “aggeggio infernale digitale” creandosi un contesto avulso rispetto la realtà che stanno percorrendo.

Autoveicoli che zigzagano paurosamente a destra e a manca, frenate a limite all’altezza degli incroci regolati dai semafori o dalla segnaletica orizzontale, andatura scostante della velocità di marcia del veicolo, ritmata dalla tipologia di software in utilizzo sullo smartphone.

Se le strade, sono sempre state considerate, “un potenziale cimitero” ora con questo scellerato utilizzo delle nuove tecnologie si possono considerare evidenti, concreti, certi, “Campisanti 2.0”.

Per chi utilizza biciclette o motocicli le strade sono peggio di un girone infernale, peggio di un patibolo, in balia della Sorte, o meglio di un “click”.

Il mondo virtuale in cui sono sommersi gli automobilisti “digital-informatici” è avvalorato dal fatto che se si riesce a scampare a morte certa per “Grazia ricevuta” o per la prontezza di riflessi che riescono a sfoderare coloro che percorrono le strade “vivendo la realtà” fuori dalle profondità virtuali  quando”sacramentano” contro questi “tecnologici pirati” la risposta è uno sguardo di compatimento o un frase di diniego che esterna l’assoluta liceità e “normalità” di quanto stavano svolgendo.

“Ma cosa vuoi (uso un termine metaforico rispetto all’espressione che viene solitamente pronunciata), di cosa ti lamenti, stavo semplicemente guardando il telefonino, e poi ti ho visto……”.

Queste sono le parole che ho udito sovente allorchè per pochi centimetri non sono stato travolto da un veicolo a 4 ruote condotto da un guidatore che stava chattando su Whatsapp o facendosi un selfie.

Una risposta così disarmante che ti lascia senza parole e pensi che la situazione sia così grave perchè così estesa e comune che nemmeno un TSO potrebbe essere utile.

Una situazione insostenibile e pericolosa che ha sortito provvedimenti più duri in altri Paesi europei come in Francia dove è severamente vietata la guida utilizzando il cellulare anche con gli auricolari

In Italia l’associazione delle vittime della strada (ASAPS), ha proposto che il cellulare stia nella parte anteriore dell’abitacolo chiuso nel cruscotto o in una borsa per evitarne l’ uso durante la guida.

Insomma si cerca di porre rimedio ad un “modus operandi” che è lo specchio della società in cui la virtualità è ovunque, e ha soppiantato le relazioni sociali reali creando un mondo individualista dove l’egocentrismo e il narcisismo la fa da padrona.

Beh, il narcisismo, l’ egocentrismo, l’ individulismo sono aspetti della società moderna alquanto tristi e deleteri, ma quando questi “disvalori” procurano danni irreparabile all’incolumità personale, allora è necessario approntare un corso approfondito che insegni la “cultura della responsabilità”, valore ormai quasi estinto sul nostro Pianeta, un corso che difenda la vita di chi vuole continuare a vivere in un mondo reale.

Massimo Puricelli
Castellanza(VA)

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Questa lettera mi trova d’accordo su molti temi anche se suddividerei la colpa al 90% per gli utenti della strada, ormai sopraffatti dal mondo virtuale che prevarica il reale (io lo chiamo semplicemente rincoglionimento).
    Ma il rincoglionimento è unito ad una buona dose di menefreghismo verso se stessi e gli altri. Poi ovviamente gli stessi social-addicted li vedi piangere ai funerali o sui luoghi degli incidenti dove rimangono vittime della loro stessa scelleratezza alla guida. Il cordoglio dei morti sulla strada è ovviamente via social…con tanto di bacheca funebre digitale (follia pura).

    Io credo che nel 2016 ci vorrebbe una legge che obbligasse l’utilizzo dei device elettronici e di Infotainment indipendentemente dal fatto che una persona digiti su di uno smartphone o su di un cruscotto. Ovviamente tale tecnologia deve essere obbligatoria su tutti i veicoli per legge, indipendente dal costo degli optional e degli allestimenti. Vedi persone con auto da 30.000 euro senza bluetooth. Lo ritento inacettabile.

    Purtroppo la stessa distrazione la vedo in ogni altro aspetto della vita di questi “malati di mente” che hanno preferito vivere nel virtuale piuttosto che nel reale. E poi che avete mai da berciare al telefono 3 ore al giorno? Parlate sempre delle solite banalità, reiterate all’infinito.

    Io credo che Facebook (che per me impersonifica tutti i social network mondiali) stia causando danni irreparabili alla società. Danni derivanti dal suo utilizzo e anche danni sociali derivanti dalla disgregazione che si sviluppa nell’individuo che lo utilizza quotidianamente. Disgregazione che preferisce vivere nel virtuale piuttosto che nel reale. Sempre a testa china su questo maledetto smartphone.
    Credo che più che bombardare l’Iraq per delle finte armi di minaccia globale che non sono mai esistite si sarebbe dovuto bombardare il datacenter di FB e simili. La collettività ed il raziocinio umano ne avrebbero guadagnato.

    In ogni caso il lettore Puricelli si è dato la risposta da solo. In Francia ma soprattutto in UK la polizia bastona severamente. In Italia tutto è lasciato andare allo strascico per il semplice motivo che i controlli son sempre scarsi e che molto spesso vedi anche le forze dell’ordine al cellulare.
    Il codice della strada e la sicurezza (soprattutto quest’ultima) in questo paese è lasciata solo per i fessi.
    Lo stesso codice della strada viene quotidianamente infranto da chi si considera più bravo di altri, più pilota di altri, più in diritto di andare quanto vuole e come vuole.
    Recentemente sono stato clacsonato con tanto di labiale del tipo “e muoviti c..o” mentre attraversavo sulle strisce in quanto ho dovuto far frenare una macchina di una “c…a” che nel frattempo rispondeva ad un messaggio sul suo smartphone.
    Se poi contiamo che questi invasati tecnologici votano pure allora la frittata è fatta. Quale coscienza politica si può ottenere da chi si informa solo mediante post di 160 caratteri e Like di Facebook. Questo paese non sarà mai civilizzato se siamo sempre così proni a farci nostra qualsiasi moda, positiva e negativa che sia.
    Non ci sentiamo un popolo, non lo siamo mai stati, perchè ci dovremmo occupare della sicurezza altrui andando in auto?

    Felice

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