Il presepe di papà
20 Novembre 2018
Tra un mese è Natale. Di nuovo. Passando da un negozio addobbato, ho visto un piccolo presepe in vetrina e, come ogni volta quando arrivano le feste, ho pensato a te.
Le feste di Natale erano la tua (e nostra) gioia e la dannazione (in senso buono) della mamma. Infatti, due mesi prima, partivi con il tuo motorino per raccogliere radici, muschio, alberelli e quant’altro potesse servire per il presepe. Portavi a casa di tutto, anche tronchi di una certa dimensione, dicendo con autorità: “Questo mi serve per costruire la casetta vicino al lago”. E la mamma si disperava per tutto quanto tu lasciavi in giro per casa.
Portavi del muschio bellissimo, ricordo sempre il profumo che emanava, come mi ricordo di quanta attenzione e cura mettevi nel far nascere ogni singolo pezzo del nostro presepe. La grotta di Gesù doveva essere ogni anno più bella e simile a una grotta vera, le casette avevano tutte rigorosamente la luce vera, il mulino ovviamente l’acqua che scorreva. Poi c’era il pescatore che lanciava la sua esca nel laghetto e il boscaiolo che tagliava (davvero) la legna.
Tutti i personaggi del presepe erano ‘vivi’. Nel caminetto dentro alla casa, una lampadina imitava persino il fuoco acceso. Costruivi con le tue mani ponti, ponticelli, panchine e persino mobili in miniatura che mettevi, non so come dato le tue grosse mani, dentro alle casette.
Gli ultimi giorni eri nervoso come un artista prima del debutto e la mamma ed io dovevamo darti gli ultimi consigli su come mettere i personaggi o le pecore. Poi, una decina di giorni prima di Natale, accendevi le luci e…spettacolo! In tanti venivano a farci visita per vedere il presepe. Ricordo che persino Don Ruggero portava i bambini dell’oratorio. I piccolini rimanevano a bocca aperta ad osservare e i grandi si complimentavano con te.
Tu eri felice come un bambino e dicevi che, in fondo, era solo un presepe. Modesto, come sempre.
E io passavo un mese con Gesù, Giuseppe, Maria, le pecore e tutti i personaggi.
Già. Perchè il nostro grande presepe lo costruivi nella mia altrettanto grande camera da letto. E, la notte, sognavo che tutti i personaggi uscivano e se ne andavano in giro per casa.
Poi mi svegliavo e correvo a controllare. Erano ancora lì, a farmi compagnia.
Quel presepe mi manca tanto, anche tu, papà.
Fabrizia
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