Il Volontario: poverino, è un po’ frastornato !
20 Novembre 2004
Spesso si parla di tutela della componente cittadina più debole, senza comprendere che nessuna politica può essere vincente se, sia da un lato sia dall’altro, non è assimilata. Un impegno per tutti: cercare di ricostruire il desiderio di donare a coloro i quali hanno bisogno di aiuto. Per carità, senza invocare riforme o interventi totali, facendo tutti qualcosa di meglio ogni giorno, magari con un pizzico d’amore e di solidarietà per chi soffre. Purtroppo, mai come in questi tempi ognuno di noi pensa a difendere i propri legittimi interessi dimenticandosi degli altri. E’ attraverso questa semplice analisi, in questo universo, diciamocelo francamente, un po’ frastornato, sorge chiederci che fare e se quello che fa il volontario è sufficiente. Eventualmente che cosa si richiede di più. Ma c’è un’altra domanda da porci: se nella società esistono così tanti problemi e sono così importanti da apparire insuperabili e da richiedere maggiori energie, di intelligenza, di volontà, perchè nessuno chiede aiuto ai Cittadini? Non solo, ma perchè ogni volta che i Cittadini provano ad esercitare un ruolo di tutela del più debole, sono visti con fastidio e con timore? Un altro modo di dire la stessa cosa è quello di domandarsi perchè mai, di fronte alla enorme quantità di energie positive che sono investite dal mondo del volontariato, la presenza efficace del volontario nella vita pubblica è del tutto trascurabile, così come è risibile l’incidenza sulle decisioni su cui quelle stesse energie vengono comunque spese. Siamo insomma in una strana situazione: i volontari ci sono ma è come se non ci fossero. Il loro lavoro è enorme, ma è come se svanisse al momento di tirare le conseguenze generali, particolarmente in termini sociali. Ma allora quali sono le Associazioni che vengono tenute in debito conto? Sono quelle serventi. Quindi, a queste punto, preme fare una considerazione in ordine al Volontariato proponente: riguarda il legame e la fiducia che dovrebbero esistere tra Amministratori e Volontariato. La fiducia è una forza senza la quale le società non stanno insieme. Ebbene, costruire questa dimensione di stima significa rompere il circolo vizioso in forza del quale la diffidenza nei confronti del volontario proponente, genera sfiducia verso le pubbliche istituzioni. Viceversa è necessario attivare il circuito della fiducia chiedendo responsabilità alla Associazioni perchè, alla fine, si ottengono scambi della stessa responsabilità.
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