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Integrazione a scuola: mancano le risorse

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12 Gennaio 2010

La decisione del ministro Gelmini sul tetto del 30% di alunni stranieri nelle scuole italiane è irricevibile e costituisce un’inaccettabile provocazione a tutta la scuola italiana.
Con essa, infatti,  
la Gelmini strumentalizza irresponsabilmente un problema serio e reale, che le scuole stanno affrontando da sole e a mani nude, con una scelta che non può che peggiorare la qualità della scuola italiana e abbassarne i livelli di apprendimento; una proposta incostituzionale, concretamente inattuabile se non in una logica di discriminazione e segregazione.
E’ una inaccettabile provocazione perché rivolta ad una scuola che la Gelmini sta privando
delle risorse indispensabili per funzionare e quindi, a maggior ragione, per realizzare processi di integrazione: sono sostanzialmente inesistenti nelle scuole gli insegnanti-alfabetizzatori necessari per realizzare processi di integrazione; come è molto difficile realizzare l’integrazione in classi
con più di trenta alunni, in scuole in cui non è possibile chiamare supplenti per mancanza di fondi. Il ministro restituisca alle scuole italiane tutte le risorse che ha loro sottratto per metterle in condizione di realizzare ciò di cui esse sono pienamente e autonomamente capaci: fare dell’integrazione un’occasione di arricchimento culturale e di crescita dei livelli di apprendimento
per tutti.
Tre le proposte: 1) Far crescere nella scuola professionalità attinenti le tematiche dell’integrazione; dotare ogni scuola di un insegnante-alfabetizzatore ogni 10-15 alunni non parlanti la lingua italiana; 2) Si istituisca il tetto massimo di venti alunni per classe nelle scuole con elevata presenza di alunni non parlanti la lingua italiana; 3) Si formuli un’indicazione di indirizzo a tutte le scuole italiane perché la formazione delle classi (di cui le scuole, non il ministro, sono titolari!) siano improntate
ad equilibrati criteri che valutino il livello e le provenienze culturali degli alunni. Questo è il nostro 30%”.
Infine una domanda al ministro: il suo 30% comprenderebbe anche i tantissimi alunni stranieri che parlano perfettamente l’italiano? Se così fosse, il dubbio di sconfinamento razzista diverrebbe
certezza.
Questo del ministro è l’ennesimo atto ingiustificato e ingiustificabile che vanificherà le iniziative e
gli sforzi fatti da tutti gli insegnanti della provincia di Varese per l’integrazione .Basterebbe guardare i dati sull’intergrazione nella nostra provincia per rendersene conto.
 
Michele Maglione
per Federazione varesina del PdCI-Federazione della Sinistra

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