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La diligenza del “buon padre di famiglia”

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29 Novembre 2019

Egregio Direttore,
la proposta di importanti modifiche al sistema di intervento dell’ESM (Meccanismo Europeo di Stabilità per le Nazioni dell’Eurozona) è un argomento cui l’Italia appare ovviamente, viste le dimensioni del proprio debito pubblico, estremamente sensibile, e quindi fonte di accese polemiche da parte non solo delle fazioni politiche ma anche degli organismi preposti.

Le conclusioni cui essi giungono sono generalmente le stesse, ovvero che le nuove modalità di erogazione dell’intervento finanziario assistenziale da parte del Meccanismo verso quei Paesi in difficoltà che non rispettino i parametri per un procedimento “ordinario” (assenza di procedure d’infrazione, deficit/PIL < 3%, debito/PIL < 60% oppure ridotto di più di 1/20 nell’ultimo triennio) appaiono eccessivamente penalizzanti ed addirittura “pericolose” (la ristrutturazione del debito sovrano quale “condizione preventiva” potrebbe determinare da parte dei sottoscrittori esteri crisi di fiducia dall’esito imprevedibile; l’appostazione nei bilanci delle Banche italiane dei ns. titoli di Stato in portafoglio – attualmente ca. il 70% del totale – dovrebbe avvenire non più al valore nominale, ma ad un prezzo inferiore che ne scoraggerebbe di fatto la detenzione).- Riflessioni certamente non prive fondamento e pure condivisibili, ma che non tengono conto o meglio ignorano deliberatamente il vero nocciolo del problema che tutti dovrebbero anteporre alle considerazioni di cui sopra, e del quale per contro quasi nessuno parla, men che meno coloro a cui ciò spetterebbe per dovere istituzionale.-

Chi detiene il potere, ma anche il comune cittadino dovrebbero finalmente metabolizzare la consapevolezza, e non solo virtuale, che il debito pubblico è tra i primi se non il primo problema della nostra economia: le sue dimensioni e la sin qui inarrestabile crescita (debito/PIL 1980: 58%; 1990: 95%; 2000: 108%; 2010: 119%: 2019: 135%) costringono infatti lo Stato alla forzosa rinuncia a dei compiti essenziali come la stabilizzazione macroeconomica e la perdita della sua qualità di investitore di ultima istanza in funzione anticiclica (realizzazione infrastrutture per momenti di crisi ecc.) che da soli potrebbero ribaltare la debole crescita che ci attanaglia da oltre un ventennio.- Non mi è chiaro come si possa esternare meraviglia e gridare allo scandalo per la maggiore onerosità dell’eventuale accesso alle agevolazioni dell’ESM, senza prima rimarcare che ciò sia stato pensato in ultima analisi nell’interesse stesso dello Stato richiedente, affinchè possa provvedere a rivedere per tempo le proprie linee guida come farebbe qualsiasi “buon padre di famiglia” attuando, tramite misure certamente impopolari ma non per questo meno indispensabili, un’inversione di tendenza che possa riportare le nostre esposizioni debitorie se non altro %-mente in linea con i maggiori competitors europei.-

Le considerazioni a fondamento delle proposte ESM appaiono infatti del tutto naturali, ,com’è il caso per qualsiasi finanziatore che debba intervenire a sostegno di chiunque abbia ampiamente dimostrato in passato (come questo Paese, purtroppo) di non sapere/volere gestire oculatamente la propria tesoreria.- Smettano i politici tutti una volta per sempre, di mantenere colposamente l’Italia in un clima infuocato da perenne campagna elettorale: essi devono attribuire alle periodiche consultazioni locali solo la valenza “territoriale” che meritano, astenendosi da miriadi di analisi dietrologiche atte, con l’interessato concorso dei media, a spendere solo fiumi d’inchiostro ed ad innalzare la tensione; inizino davvero a parlare, tra loro e con i cittadini, non già di impossibili voli pindarici, ma del modo di risolvere i problemi concreti del paese (tanti!) sopratutto in visione prospettica, preciso dovere di ogni statista degno di questo nome.- Iniziando magari dal “peccato originale” del debito, proprio come in ogni famiglia/azienda che si rispetti: prima formalizzeremo un percorso di risanamento in questo senso, e prima ci toglieremo da uno scivoloso crinale di cui nessuno riesce a scorgere il fondo.-

Con osservanza

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