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La Nazionale, il Carroccio e il referendum

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13 Giugno 2006

Egregio Direttore,
la fastidiosa posizione denigratoria e “gufante” della Padania e dei dirigenti della Lega contro la nostra squadra nazionale è certamente un fatto minimo che può anche essere giudicato folcloristico o, più semplicemente, stupido.
Ma è comunque la riprova di un radicato sentimento anti-italiano, espresso più volte anche con il vilipendio al tricolore, da parte dei vertici di questo partito.
E’ una visione separatista che nasce da un localismo che si alimenta di xenofobia e che trova terreno fertile là dove manca cultura e memoria storica.
Ciascuno di noi può dare il proprio giudizio rispetto a questa deriva, e il mio è senz’altro decisamente negativo a causa dei rischi, anche sociali ed economici, che vedo legati a questo disegno populista e antistorico.
Al di là di possibili differenti valutazioni di carattere generale, in ogni caso, io penso che tutti possano concordare sullo stretto legame fra questa visione politica e le recenti modifiche costituzionali imposte dalla Lega alla passata maggioranza di governo.
Per questo, ben comprendendo – da un lato – la posizione di assenso da parte dei militanti leghisti, io penso che tutti coloro che hanno a cuore il futuro della nazione unita – sia a destra che a sinistra – dovrebbero invece dichiarare un fermo NO allo stravolgimento della nostra Costituzione.
Perchè una eventuale approvazione di quelle modifiche costituirebbe indubbiamente un grave colpo alla credibilità internazionale del nostro paese. Ma, soprattutto, lo renderebbe ingovernabile – a causa dell’enorme aumento dei costi e dell’inestricabile conflitto di competenze fra Camera, Senato e Regioni -proprio nel momento in cui abbiamo invece bisogno di una guida ferma per uscire da una crisi produttiva ed economica che ci sta ogni giorno di più allontanando dall’Europa e dal consesso delle grandi nazioni del mondo.

Roberto Macchi - Gallarate

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