La sedia della vergogna, di Erdogan e dell’Europa
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8 Aprile 2021
Caro direttore,
le invio una mia amara riflessione su quanto è avvenuto al cospetto di Erdogan.
Stupisce come al momento non si siano lette forti prese di posizione né dalla nostra politica italiana né da quella europea chiedendo che il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel chieda scusa per quanto avvenuto.
Sta facendo il giro del mondo il video in cui la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen viene lasciata senza sedia da Erdogan durante un incontro ufficiale.
Oltre all’insulto politico da parte del presidente turco verso la massima esponente delle istituzioni europee, mi colpisce però il comportamento riprovevole del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, anch’esso presente all’incontro e che nel video sembra totalmente indifferente a ciò che sta avvenendo.
Se infatti non sorprende più di tanto il maschilismo di Erdogan, reo alcune settimane fa di aver fatto uscire la Turchia dalla Convenzione di Istanbul (il cui scopo è combattere la violenza contro le donne), risulta vergognoso che il presidente del Consiglio Europeo di fronte a tale oltraggio non abbia ceduto la propria sedia. Avrebbe dovuto farlo per rispetto verso il ruolo della presidente della Commissione europea, per buona educazione verso una donna, ma anche per protesta contro la mancanza di rispetto dei diritti umani e della dignità delle donne turche.
Invece no… forse perché L’Europa è disposta a piegarsi ancora e ancora sotto il ricatto di Erdogan che riceve soldi da tutti gli stati europei per non aprire le proprie frontiere agli extracomunitari che tentano di raggiungere l’Europa.
Ma fino a dove siamo disposti a piegarci, a rinunciare alla nostra dignità e soprattutto ai diritti di uguaglianza conquistati con sacrificio e presenti nelle nostre costituzioni, in primis quella italiana?
“Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi” – Tahar Ben Jelloun
Jenny Santi – Porto Ceresio
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Le idee dei Turchi sulle donne sono un po’ retrograde, ma temo che questa volta abbiano ragione loro:
le visite di stato sono regolate dal “protocollo” che ne definisce ogni particolare ed è concordato con largo anticipo;
se sono stati gli addetti UE ad accettare il protocollo della cerimonia sono loro da biasimare se non licenziare;
se gli addetti lo hanno accettato col benestare dei politici, questi non hanno alcun diritto di fingersi indignati nè di lamentarsi.