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Le catastrofi ambientali sono causate principalmente dall’attività inquinante dell’uomo

alluvione
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25 Maggio 2023

Egregio Direttore,

dopo la grave alluvione che ha tragicamente colpito la Romagna a maggio risulta sempre più evidente la drammatica condizione ambientale in cui si trova il nostro Pianeta sulla quale da decenni gli scienziati ci avvertono inascoltati. Questa grave realtà mostra l’ipocrisia dei negazionisti dei cambiamenti climatici, estremisti della destra sovranista e ultraconservatrice che pensa soltanto all’arido profitto economico da conseguire a qualsiasi costo umano a danno del Bene comune e dell’intera società umana nell’esclusivo interesse privato. Di fronte all’evidente scempio della Natura gli esponenti della destra sovranista e ultraconservatrice negli Stati Uniti e in Europa definiscono «ecosciacalli» chi denuncia la continua cementificazione e deforestazione del suolo, negando il cambiamento climatico e attribuendo, nel nome del “Dio” denaro, ogni responsabilità a normali eventi naturali e alla mancata manutenzione del territorio locale. Le pesanti alluvioni del Polesine nel 1951, di Firenze e di Venezia nel 1966, del Piemonte nel 1994 e di Genova nel 2011 (nel 1970 a ottobre) sono avvenute a novembre durante il normale periodo delle piogge, non a maggio, in primavera. La dura lotta contro il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale dovrebbe riguardare tutti; negli Stati Uniti il padre dei parchi naturali all’inizio del XX secolo fu il presidente repubblicano Theodore Roosevelt, Paesi tradizionalmente conservatori come la Baviera, l’Austria e la Svizzera si impegnano nella tutela del loro ambiente mentre in Italia, al contrario, per ottenere il voto a fini elettorali i vari Governi concedono condoni edilizi e addirittura ambientali (nel 1985, nel 1994 e nel 2003) e leggi permissive sull’edificabilità del suolo a scapito del rispetto idrogeologico del territorio, che poi reagisce con alluvioni e con frane.

Papa Francesco ha ricordato a tutti che l’Umanità è “chiamata con urgenza a offrire risposte efficaci alla crisi ecologica senza precedenti e alla crisi di valori in cui viviamo” per adottare comportamenti volti al “rispetto” per contrastare le ingiustizie che provocano ferite all’ambiente e alla persona umana quali avidità e indifferenza. Nell’appello per proteggere la nostra Casa comune il Papa ha affermato che “Abbiamo ereditato un giardino: non dobbiamo lasciare un deserto ai nostri figli”, auspicando che i Governi con urgenza provvedano alla “transizione verso l’energia pulita e verso pratiche sostenibili di utilizzo del suolo e sistemi alimentari rispettosi dell’ambiente”. E’ quindi indispensabile un impegno concreto per la difesa del nostro Pianeta continuamente depredato, devastato e inquinato dallo sfruttamento indiscriminato da parte di forti interessi privati. Papa Francesco ha coraggiosamente affermato che “non è più tempo degli adoratori della finanza ma di un’economia reale fondata sulla persona”, con un recupero del senso della politica intesa al servizio esclusivo del bene comune, che “la politica non deve sottomettersi all’economia” e che “Il mercato da solo non risolve tutto, benché a volte vogliano farci credere questo dogma”. La povertà colpisce gravemente quelle regioni fondamentali per la vita sul nostro Pianeta continuamente distrutte dalla deforestazione, dall’impoverimento umano e sociale e dallo sfruttamento sfrenato. Nell’enciclica Laudato si’ il Papa ricorda che “I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente”.

Gli scienziati ci hanno avvertito che potrebbe mancare solo un decennio per riuscire a ripristinare l’equilibrio ambientale del Pianeta e che ritardare il risanamento sarebbe troppo pericoloso e costoso in termini sia economici che sociali con grandi e irreversibili cambiamenti climatici, con aumento della frequenza e dell’intensità delle alluvioni, delle frane, dei tifoni, della siccità e con l’estinzione di specie animali e vegetali, ma la politica spesso è legata ai grandi interessi privati volti solo al profitto economico. E’ necessario investire nelle fonti naturali ancora fortemente contrastate a livello nazionale a causa della forte pressione da parte delle grandi imprese energetiche per interessi economici privati molto potenti legati alle fonti fossili. La politica dei vari Governi, anche europei, appare spesso assoggettata ai forti poteri economici con la vana giustificazione della sovranità energetica nazionale, agitando un vuoto nazionalismo per evitare gli impegni internazionali sulla difesa del clima e dell’ambiente.

La soluzione possibile consiste nella rapida diffusione delle fonti energetiche rinnovabili per eliminare i carburanti fossili. Con il superamento di un solo grado di riscaldamento globale in più il clima si modifica con l’aumento di eventi meteorologici disastrosi come già avvenuto con l’estesa siccità sulle coste del Mediterraneo meridionale e sulla Pianura Padana, con gli incendi boschivi in Liguria e in Carnia, con le inondazioni e le bombe d’acqua nel Sud e sulle Isole e il costante ritiro dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello dei mari. Questo evidente cambiamento climatico provoca condizioni inadatte per l’attività e la vita umana, con gravi ripercussioni sui sistemi sociali, economici ed ecologici e continue migrazioni di popolazioni. Dal 2004 un gruppo di ricercatori dell’ENEA, sotto la supervisione del Premio Nobel Prof. Carlo Rubbia, ha presentato alla Regione Lombardia un piano per la mobilità sostenibile fondato sulla riconversione a idrogeno dei motori degli autoveicoli e con la prevalenza del trasporto pubblico ma “La povertà di visione di chi ci governa” riduce la politica solo a meri interessi di parte. Il Parlamento Europeo ha deliberato che dal 2035 si utilizzeranno le nuove fonti di alimentazione dei motori degli autoveicoli ad energia elettrica con l’obbiettivo di abbassare drasticamente l’inquinamento rispetto ai motori a combustione con carburante prodotto da fonti fossili, ma tale lungimirante orientamento europeo ha già provocato un’elevata ostilità da parte dei Governi conservatori.

Quando le foreste verranno distrutte anche gli uomini soffocheranno poiché respiriamo tutti la medesima aria! Toro Seduto, capo della tribù indiana dei Siux Hunkpapa, ci ha ammonito sul nostro drammatico futuro: “Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora (gli uomini) si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”! Certamente sono da condannare duramente quei giovani estremisti deficienti e ignoranti che, affermando di combattere contro il cambiamento climatico, per attirare l’attenzione pubblica su questo grave problema imbrattano monumenti, opere d’arte o Palazzi delle Istituzioni Pubbliche causando un danno economico e materiale al patrimonio pubblico e ottenendo l’effetto contrario a quello dagli stessi auspicato.

Colgo l’occasione per rinnovare i miei più cordiali saluti.

Alberto Morandi
Laveno Mombello

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