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Le reali domande di noi cittadini

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23 Aprile 2007

Gentile Direttore,

leggendo le ultime lettere pubblicate sul vostro quotidiano non si può fare a meno di notare che una parte della popolazione stia dibattendo su tematiche tra di loro molto diverse ma che sono collegate da un filo comune, la ingerenza e la conflittualità delle azioni politiche con le tematiche di governo e di gestione del territorio, palesemente le più sentite dai cittadini.
Mi permetta di partire con ordine con alcune riflessioni personali.

Iniziamo dagli spot preelettorali trasmessi in alcune sale della nostra provincia. Personalmente non mi danno fastidio e certamente non contribuiscono in poco più di 2 minuti a farmi cambiare le mie idee e le mie convinzioni politiche. A volte provo un certo piacere e una divertente sensazione di imbarazzo a vedere un cavaliere in armatura medievale che, modello William Wallace scozzese, cavalca le nostre belle campagne e radure boschive e ci ricorda di essere padroni nel nostro territorio e di non cedere alle minacce esterne. Che ci rimarca la nostra identità culturale e le nostre profonde radici cristiane.
Peccato che quando esco dal cinema non vedo la stessa integrità territoriale, gli stessi boschi e le stesse radure dove il nostro indomito cavaliere padano cavalcava liberamente sul grande schermo. Piuttosto assisto al libero gioco del lego edilizio che negli ultimi anni ha conquistato di prepotenza le sale ricreative delle nostre amministrazioni comunali.
Del resto rimango indifferente anche di fronte agli spot concorrenti che nella loro malinconia comunicativa riescono addirittura a produrre l’effetto contrario, allontanare dei possibili elettori.

Come ha chiaramento espresso un lettore di VareseNews in un suo intervento, personalmente non mi sento minacciato dalla presenza di stranieri sul nostro paese, nè tantomeno dai cinesi in rivolta e francamente non mi importa molto della guerra in Iraq o del rapimento Mastrogiacomo, sebbene simili eventi generino nella mia anima un forte senso di angoscia che cerca di opporsi alle nuove moderne barbarie. Certamente concordo sul fatto che ci deve essere una forte regolamentazione della immigrazione, che tutti i cittadini debbano rispettare le leggi ma certamente mi accorgo come anche molti italiani non le rispettino affatto e che il nostro Paese sia sempre più comandato dai soliti furbetti che inevitabilmente generano una folta schiera di emulatori. Insomma sembra che la certezza della pena e la rapidità della giustizia non siano visti come traguardi di interesse nazionale, molto meglio gli scandali mediatici come vallettopoli.

Come cittadino la mia attenzione è rivolta verso la città dove vivo. Qui posso toccare i “veri” problemi con mano e solo nel mio territorio posso comunicare, dialogare, dare consigli e perchè nò anche critiche verso le persone che ci amministrano sempre con la speranza di accrescere e migliorare l’intera comunità.

Legnanese di nascita, alcuni anni fa ho deciso di trascorrere la mia vita sul territorio varesino perchè attratto dalle sue incomparabili bellezze e dalla qualità della vita a misura d’uomo estremamente differente da quella percepibile nelle grandi città italiane. Ad oggi, anno 2007 posso osservare come quello che mi circonda stia cambiando e in questo processo di innovazione riesco a identificare molte componenti deviate che nel lungo periodo risultano essere distruttive.

Cari Amministratori e Sindaci, i cittadini vi hanno eletto e implicitamente vi hanno conferito un mandato legislativo che comprende anche un incarico atto a preservare una integrità e una biodiversità del territorio. Garantire al cittadino l’acqua, un sistema di trasporti pubblici efficiente, un’aria salubre, una integrità e tutela ambientale con ampi spazi verdi sono obiettivi che dovrebbero essere posti al primo posto in una ipotetica lista di priorità.

Ma purtroppo la coscienza sembra non essere stimolata a sufficienza nell’animo del politico. Dall’alto si decidono opere a volte necessarie ma molto spesso superflue e distruttive. Si continua a costruire perchè gli oneri di urbanizzazione sono sempre utili in un bilancio comunale. Si deliberano modifiche ai piani regolatori perchè non si vive di sola erba, prati e boschi. Rosicchiare pian piano un pezzo di territorio cementificandolo è molto facile, comporta richiamare nuovo traffico e il nuovo traffico induce a reclamare la costruzione di nuove strade e nuove abitazioni. Insomma quando il mondo imprenditoriale risulta a corto di idee basta costruire un supermercato ed è subito rilancio economico.

Se poi si vuole fare le cose in grande allora si scomodano concetti importanti come “crescita economica”, “priorità di sviluppo nazionale”, “competitività e progresso” e ovviamente sempre dall’alto si autorizzano ecomostri come Malpensa. Ma che stupido che sono, è il Parco del Ticino e il suo fiume che hanno scelto la posizione sbagliata, mica l’aereoporto.

Noi cittadini non diciamo sempre e solo “no”, ma ogni volta portiamo le nostre motivazioni, che pensiamo siano quelle di tutte le persone che tengono alla propria salute e a quella dei propri figli; alcuni nostri governanti, al contrario, non spiegano le scelte fatte in questa direzione, ma mettono di fronte al fatto compiuto: creano il disagio “strategico” cementificando per poi motivare le loro decisioni richiamandosi alla perdita di competitività, insomma pare che invece di prendere in considerazione il nostro essere persone e cittadini ci si consideri solo come consumatori.

E’ stato mai fatto uno studio serio per valutare quanti centri logistici abbiamo nella nostra zona? Quanti centri commerciali? Quale impatto hanno e avranno? Non sarebbe forse il caso di mettere un limite, invece di prevedere sempre nuove abitazioni e nuove costruzioni? Non è dovere di chi ci governa promuovere un confronto pubblico e sollecitare la partecipazione dei cittadini su scelte così importanti per la vita quotidiana di tutti?

Queste sono le domande che un cittadino consapevole e responsabile vede nascere dalla sua coscienza. Il territorio è una risorsa limitata, occorre finalmente e responsabilmente fare i conti con questo limite e cambiare rotta con decisione.
Tecnici, politici e cittadini devono, anzi dovranno abbandonare l’ormai falsa illusione che un utilizzo consapevolmente distorto della terra sia il prezzo da pagare per il mantenimento del quotidiano moderno benessere.

Come sempre la ringrazio per la sua disponibilità e la saluto cordialmente.

Felice Griffi - Tradate

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