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L’importanza del voto. L’errore di non andare a votare

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17 Aprile 2019

Egr. Direttore,

e’ innegabile che il nostro Paese e la stessa Europa stanno attraversando un momento molto difficile. Si parla spesso e volentieri di un clima di stampo fascista, ma i fascisti in quanto tali non si manifestano. O se lo fanno, commettono atti sporadici di notte quando nessuno li vede. Ma nelle elezioni emergono: nel segreto dell’urna si manifesta quel disagio sociale che si chiama razzismo e xenofobia. Poi si solito noi ce la prendiamo con i seminatori di odio, coloro che per aumentare il proprio consenso elettorale, cavalcano qualsiasi tipo di strumentalizzazione, falsificando i dati sulla immigrazione, paventando una invasione che nella realtà non esiste.

Tutto questo avviene non per merito loro, ma per demerito nostro. Ci dimentichiamo che nel nostro paese esiste una Costituzione che affida ai partiti antifascisti il compito di difenderla. Se in un determinato momento storico, come questo, i partiti antifascisti scompaiono, il risultato è che nuove forme di fascismo e nazismo riemergono, sotto altre spoglie che oggi si chiamano sovranismi, identitari, neonazionalismi, conservatori, antieuropei ecc. ecc. dimenticandosi la nostra storia e tutta quella stagione di pace che l’Europa ha vissuto per oltre 70 anni e che oggi è messa in pericolo.

Questo avviene perché l’odio verso qualcuno è vincente sul piano elettorale. E’ sempre stato così, sembra che l’odio abbia una sorta di fascino perverso. Sembra che l’umanità abbia perso la memoria, sia innamorata della guerra, dimenticandosi cosa sono stati gli orrori ieri, e cosa potrebbero essere domani con la minaccia dell’uso delle armi nucleari, che gli USA si apprestano a fabbricarle di nuove, innescando una nuova corsa agli armamenti, che pensavamo scomparsa.

Il fascismo nacque come movimento anticlericale e contro il Bolscevismo. Il nazismo fece  dell’odio contro gli ebrei il suo cavallo di battaglia per costruire un consenso di massa. Persino la stessa chiesa cattolica costruì nei secoli il proprio potere sull’odio: prima contro i mussulmani, poi contro i protestanti, arrivando poi nel 1948 a scomunicare i comunisti, senza mai scomunicare il nazismo. Se oggi un papa scomunicherebbe una persona solo perché legge un giornale o un libro, lo metterebbero in un manicomio. Ma oggi quella persona sembra candidata diventare santo. Di questo passo anche don Abbondio potrebbe diventare santo, e il mondo è ricco di tanti don Abbondi, anche se si dichiarano discepoli di quel Cristo che ebbe il coraggio di dare la propria vita per il bene dell’Umanità.

Nelle scorse settimane a Milano c’è stata una grande manifestazione partecipata contro il razzismo e la xenofobia che non si vedeva da tempo. Anche in questi giorni qui a Varese, Alex Zanotelli ha riempito le sale di tutto il popolo progressista in maniera indescrivibile. Personalmente credo che oltre il 50% degli italiani è contro il razzismo e la xenofobia. Ma il 26 di maggio andremo a votare e le urne diranno il contrario. Il perché e molto semplice: il primo è perché la stragrande maggioranza di coloro che hanno manifestato, sono tutte persone dalle mani perfettamente  pulite, ma che terranno irrimediabilmente in tasca, ritenendo la politica una cosa sporca e quindi staranno alla finestra nella prossima campagna elettorale; il secondo è che se le piazze sono unite, i partiti del Centro-sinistra, preferiscono come al solito dividersi, regalando il nostro Paese ai seminatori di odio, con tutti i pericoli che questo potrebbe comportare per il futuro dei nostri figli e nipoti. Dimenticandosi poi, che storicamente nel nostro paese, anche subito dopo la guerra, sono esistiti poi solo tre partiti realmente radicati con il territorio: DC PCI PSI. Così da alcuni decenni abbiamo una pluralità di cartelli elettorali (i partiti dei gazebo) senza più avere un vero partito organizzato. Non è quindi certamente responsabilità di chi scrive se dico che alle prossime elezioni europee l’unico partito del centro-sinistra che potrà superare la soglia di 4%, è il Partito Democratico.

La conclusione di tutto questo discorso è molto semplice, affermando la cosa più banale possibile: il voto è un arma importante che tutti dobbiamo usare. Basta guardare in questi giorni in tutti i paesi che hanno vissuto sotto dittature tribali che chiedono a gran voce democrazia e il voto, un diritto che noi ora rischiamo di disprezzare. Non andare a votare è un errore imperdonabile. Alex Zanotelli concludendo il suo discorso qui a Varese, ha lanciato un messaggio d’amore, parlando di convivialità delle differenze, la stessa che emana la sua sciarpa dove tutti i colori si intrecciano con gli altri. Questa è l’unica speranza per l’Europa e per il nostro paese, per vivere in pace con tutti e saper accogliere tutti i migranti che scappano dalle guerre e dalla fame. Solo così riusciremo a combattere il razzismo e la xenofobia.

Emilio Vanoni – Induno Olona

Commenti

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  1. Giorgio Martini Ossola
    Scritto da Giorgio Martini Ossola

    A 18 anni per il mio primo voto,passò al negozio di mio padre dove io lavoravo tutta l’estate per pagarmi le mie spese,il presidente di una sezione del partito comunista di allora,mi disse con fare autoritario”domenica andrai a votare per la prima volta e sai per chi votare immagino” gli risposi che mi piaceva il Bossi dei primi albori della lega lombarda. Mi guardò con aria minacciosa “tu voterai PCI,perché sei troppo giovane per poter decidere”. Quel giorno capii chi sono i veri fascisti….

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