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Lui s’addormenta, il treno riparte e…

Avarie
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24 Agosto 2017

Egregio Direttore,
vorrei condividere con Lei, ed eventualmente con i lettori del Suo giornale, il terribile inizio di mattinata che mi ha regalato oggi Trenord: mi piacerebbe che una simile disavventura non ricapiti a nessun altro, e chissà che parlandone si possa conoscere un po’ di più dei disservizi che quotidianamente i pendolari subiscono (questo, ovviamente, non vuole essere un reclamo, ma solo una condivisione dell’esperienza).
Questa mattina, come tutte le mattine da molti anni, arrivo alla stazione di Milano Porta Garibaldi intorno alle 8, dopo essere partito più di un’ora prima da una stazione del varesotto: al momento dell’arrivo ero leggermente assopito, e mi sono risvegliato pochi minuti dopo (non più tardi delle 8:10, il treno era arrivato alle 8). Mi accorgo che eravamo arrivati a destinazione e che tutti i passeggeri erano scesi, ma subito dopo faccio una scoperta peggiore: le porte del treno erano chiuse, non potevo più scendere ! Inoltre non era possibile nè aprire i finestrini (magari avrei potuto chiamare qualcuno), nè comunicare con il personale presente sul treno: la porta di accesso al locomotore era chiusa. Ci saranno ovviamente dei buoni motivi per cui non è possibile accedere al locomotore, ma trovo inaccettabile che un passeggero non possa comunicare con il personale se e quando ne ha bisogno !
A quel punto ero bloccato sul treno !
Poi la cosa più grave: il treno parte ! E qui si configura, a mio avviso, la più grossa negligenza in termini di sicurezza, tra tutte quelle già segnalate: non è accettabile che alla stazione di capolinea nessuno faccia un giro del treno per vedere se ci sono ancora passeggeri, prima che si chiudano le porte e il treno riparta per chissà quale destinazione (soprattutto se la destinazione è, come si vedrà dal prosieguo della descrizione, un deposito) !
Per fortuna sono in buona salute (cosa avrebbe potuto succedere se nelle mie condizioni si fosse trovata una persona anziana magari in condizioni di salute precarie ?), e sono riuscito a rimanere sufficientemente freddo da pensare cosa fosse meglio fare (crisi di panico sono possibili in queste situazioni), pur iniziando a preoccuparmi un po’. Per fortuna avevo con me il telefono cellulare con batteria carica (non oso pensare se la batteria non fosse stata carica o se non avessi avuto il cellulare), ma non è nemmeno facile capire chi chiamare: le stazioni non sono contattabili, ho contattato il numero per richiesta informazioni di Trenitalia ma non mi hanno potuto aiutare, suggerendomi di rivolgermi alle Forze dell’Ordine (che sarebbe stata ovviamente la mia seconda scelta, anche se avevo sperato di risolvere più semplicemente la cosa direttamente con Trenitalia o Trenord).
Attraverso il 112 sono riuscito a entrare in contatto con la POLFER di Milano P.G., e un’ispettore di polizia gentilissima ha finalmente contattato il deposito (non ero sicuro quale fosse, avevo solo capito che era vicino a Milano Certosa). Sono stato “liberato”, è il caso di dire, alle 09:05 ! Sudatissimo, agitato, e sono arrivato al lavoro con un’ora e mezza di ritardo ! Grazie soprattutto alla leggerezza di qualche incaricato della sicurezza!
Chiaramente in piccola parte sono responsabile anch’io (d’ora in avanti starò più attento a svegliarmi in tempo, se mi addormenterò), ma credo di essere andato incontro a una situazione molto spiacevole e potenzialmente anche pericolosa non principalmente per mia responsabilità.
RingraziandoLa per l’attenzione, e sperando che i disservizi cui noi pendolari quotidianamente andiamo incontro (di questo e altro tipo) si riducano sempre di più, La saluto cordialmente
Antonio

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