Ma le ricche banche investono in sicurezza?
21 Febbraio 2005
Leggo la lettera della FABI di Varese del 21.02 e delle rapine nelle Banchein Varese e Provincia nelle ultime settimane.
Non voglio entrare nel merito della “emergenza criminalità” ma rimango alquanto attonito tutte le volte che leggo di rapine ” a mani nude” o con un semplice taglierino.
Ora, possiamo cercare tutte le necessarie verifiche di competenza per ciò che riguarda la sicurezza territoriale ma, una delle prime regole sulla sicurezza, è quella di attrezzarsi con mezzi coercitivi per evitare l’accesso nelle banche di semplici maldestri malintenzionati. Le semplici doppie porte a comando con apertura alternata fanno si che il malvivente rimanga intrappolato dopo la rapina. Per non parlare della semplice presenza di una GPG all’esterno della sede bancaria.
Non stiamo parlando infatti di rapine effettuate da feroci bande criminali organizzate ma da semplici “sprovveduti disarmati o mal armati” che normalmente si attivano solitariamente. Il messaggio va quindi alle “ricche”
banche che dovrebbero, anzi devono, investire almeno una minima parte dei loro profitti non solo sulla sicurezza della propria sede e quindi dei propri dipendenti e clienti ma anche per lo stesso circondario visto che il
rischio non si ferma all’interno della sede rapinata ma prosegue durante la fuga nelle affollate vie di Varese.
grazie
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