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Malnate: la città dei bambini… o dei maleducati

parco giochi inclusivo malnate
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4 Ottobre 2018

Episodio avvenuto alle 17.00 al parco di Piazza delle Tessitrici.

Bambini impazziti al “Parco per tutti”, novenni o massimo undicenni scatenati dopo tante ore di scuola invadono lo scivolino di Piazza delle Tessitrici (gioco suggerito per i bimbi da 2 anni in su!).

E’ così tutti i pomeriggi purtroppo.
A quell’ora e in quel parco i bambini dai “due anni in su” non possono lasciare la mano della mamma perché le mamme dei bimbi grandi, troppo stanche e impegnate a guardare il cellulare, non hanno il tempo di insegnare le regole di buon senso e di civismo base (evidentemente né a casa, né fuori casa!).

Non hanno il coraggio di insegnare quelle regole che consentiranno al loro bambino/ragazzino di diventare un uomo responsabile in grado di rispettare gli altri e le regole che normano il bene comune (scritte e non scritte). 

Il risultato è che queste povere donne, dopo che il mio bambino (20 mesi) è stato travolto da un loro figlio, mi suggerisce di venire al parco in altro orario, in modo da non incontrare le belve feroci dei loro figli, a cui loro non sono in grado di insegnare alcuna regola. 

Quei figli scatenati e distratti avrebbero bisogno di uno sguardo di bene in più da parte della loro mamma, in modo che loro stessi possano diventare capaci di guardare con la stessa attenzione il più piccolo. Quei bambini esplosivi avrebbero bisogno di essere rincorsi dal proprio papà in un grande campo da calcio, non nel bel mezzo di un parco per piccoli.

Lì, poverini, lo fanno per attirare l’attenzione e sentirsi al centro almeno una volta al giorno.

Oggi sono rimasta basita e delusa. Non vivo nella tanto proclamata “Città dei bambini”. Vivo nella giungla, dove “ha la meglio chi è più forte”. Dove “mio figlio” ha comunque e sempre ragione.

Il risultato è una massa di adolescenti egocentrici (la fase dell’egocentrismo dovrebbe finire ben prima!), maleducati, pretenziosi e… soli.
E una nube polverosa di genitori inconsistenti, adulti senza il coraggio dicambiare le cose dando un’impronta più forte nell’educazione dei loro figli.

Vorrei essere in Africa. Nella giungla vera. Lì si dice che per educare un figlio ci vuole una tribù. Ogni adulto è responsabile della BUONA EDUCAZIONE di tutti i piccoli, senza l’interesse di difendere a spada tratta il proprio figlio, magari maleducato.

Veronica Di Pietro

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