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E’ morto Hans Küng, il teologo ribelle

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9 Aprile 2021

Gentile redazione,

Teologo ribelle è il titolo usato dal Corriere della sera, per annunciare al mondo la scomparsa di Hans Küng.
Personalmente l’ho sentita come una tragedia anche se non si può considerare tragedia la morte di una persona di 93 anni. E’ una tragedia perché tutto il mondo cristiano perde il più grande teologo europeo, uno degli ultimi testimoni viventi del Concilio Vaticano II, chiamato a questo ruolo di esperto dallo stesso Papa Giovanni XXIII. A quell’epoca era amico e collega di
Joseph Ratzinger alla Università di Tubinga. Un uomo che ha amato e servito la Chiesa Cattolica sino agli ultimi giorni, con onestà e grande umiltà, ma nella piena libertà, la stessa libertà che ha insegnato Gesù Cristo ai suoi discepoli, avendo il coraggio della critica anche quando poteva poi costargli caro.
Come poi è avvenuto dopo la pubblicazione del libro “Infallibile? Una domanda” dove metteva in discussione giustamente la teoria medioevale della infallibilità papale.
Il libro gli costò la licenziamento dall’insegnamento della Teologia cattolica e la conseguente sospensione a divinis. Dalla fine degli anni 80′ scrissi decine e decine di saggi, sempre
spinto da un profondo ecumenismo, cercando sempre di trovare il bandolo della matassa per far incontrare nel dialogo, cattolici e protestanti. Fervente assertore dell’abolizione del celibato obbligatorio dei preti e del sacerdozio femminile, scrisse poi numerosi saggi su tutte le religioni. Dal 1993, attraverso una sua fondazione promosse una iniziativa “per sostenere
un’alleanza di tutte le fedi del mondo in difesa della pace e della dignità umana”. Di fatto anticipò di quasi trent’anni l’Enciclica di papa Francesco “Fratelli Tutti”. Se papa
Francesco potesse avere tra i suoi collaboratori apostoli onesti e fedeli con Hans Kung, oggi saremmo veramente alla soglia di una grande riforma della Chiesa.

Ma non sarà così: la Chiesa ci ha insegnato che i veri profeti saranno riconosciuti tali, solo dopo la loro crocifissione. Prima si sospendono a divinis e poi, dopo morti, li fanno santi.
Purtroppo oggi nell’attuale cenacolo c’è un apostolo fedele e 11 Giuda Iscariota, pronti a vendere la parola di Dio al mercato, solo per fare soldi.
Noi tutti non vedremo con i nostri occhi la grande riforma della Chiesa. Carlo Maria Martini aveva profetizzato che che per arrivare a questo ci vorranno ancora 200 anni. Ma tutti i
frenatori di questa riforma se ne devono fare una ragione. Nel 2310 qualcuno annuncerà da quel balcone famoso che per la prima volta verrà nominata una donna a diventare papa. Poi ci
sarà qualcuno che farà dispute bizantine se chiamarla papa o papessa, ma questo non è importante. Quando anche la chiesa cattolica non sarà più patriarcale, vorrà dire che il clericalismo di cui oggi è malata, sarà sconfitto per sempre. Il Corriere della
Sera ha “scoperto” che Hans Küng è stato un teologo ribelle: ma non sarebbe forse ora che tutti i cristiani si autodefiniscano ribelli? Perché Gesù Cristo non è stato forse un ribelle? Piaccia o non piaccia, o i cristiani sono per loro natura ribelli oppure non sono cristiani. Hans Küng è stato un grande ribelle perché ha profetizzato la pace, come papa Francesco e ieri come oggi profetizzare la pace è essere ribelli, visto che il mercato ha un bisogno vitale per sopravvivere, di alimentare la corsa agli armamenti. I padroni e gli speculatori delle Borse Mondiali lo sanno: se scoppia la pace, loro sono finiti per sempre.
Emilio Vanoni

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