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Non sottovalutiamo la giusta protesta dell’Isis Newton

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NON SOTTOVALUTIAMO LA GIUSTA  PROTESTA DELL’ISIS NEWTON
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12 Febbraio 2016

Spettabile Redazione di VareseNews, in riferimento alla manifestazione di protesta degli studenti dell’ISIS Newton del 10 febbraio, facendomi interprete dei Docenti e del personale ATA di questo Istituto Scolastico, non posso esimermi dal sottolineare l’impegno e la maturità con cui questi ragazzi hanno condotto una riuscita giornata di civile dissenso. Per dovere di chiarezza e di puntualizzazione anche nei confronti di coloro che seguono tal vicenda, vorrei ripercorrere un breve excursus di questo disagio che ha avuto visibilità con questa manifestazione e che sembra abbia generato “sorpresa ” nei dirigenti provinciali del settore edilizia scolastica.
Occorre innanzitutto puntualizzare che la protesta non nasce per caso ed all’improvviso ma parte da lontano, ovvero da quando l’Ente Provincia ha deciso di trasferire in un edificio del nostro Istituto, quello prospiciente la via Trentini, alcune classi dell’Istituto Einaudi. Essa è stata inizialmente contenuta per una serie di ovvie ragioni, prima fra tutte la contropartita alla cessione di questi spazi, che, almeno così era previsto nel progetto iniziale, prevedeva la costruzione di altrettante aule ben isolate acusticamente nel settore delle officine, e di un’aula magna. Nei progetti seguenti tutto ciò veniva abbandonato. Nel frattempo, per la razionalizzazione degli spazi atti alla creazione di aule da destinare all’Einaudi venivano smantellati i Laboratori Tecnologici Meccanici, Tessili, e Plastici, la sala riunioni Roncoroni appena ristrutturata (tutti quanti trasferiti in altri spazi), e la Biblioteca (ancora in sistemazione). La cessione poi, in condivisione, della palestra ex ITIS veniva compensata con la realizzazione di una mini palestra nella ex sala docenti IPSIA ma a tutt’oggi il progetto non è partito. Alla discussione e condivisione di questi progetti i Docenti e i Tecnici non sono mai stati ammessi come interlocutori, se non marginalmente, sembra per una precisa volontà delle parti. Bisogna ricordare che la nostra Scuola, essendo un Istituto tecnico-professionale non è solo un luogo di studio ma anche e soprattutto un luogo di lavoro in quanto gli studenti, quando accedono nelle officine e nei laboratori, vengono equiparati ai lavoratori con i diritti e doveri che ne conseguono, così come stabilito dal DM 81/2008 sulla sicurezza. E’ innegabile quindi che questi spazi destinati allo studio ed alle esercitazioni devono essere nettamente distinti perché appunto diverse sono le esigenze didattiche. La mancata prevista costruzione delle aule promesse ha comportato invece la conversione di alcuni reparti di lavorazione in aule, alcune delle quali intercomunicanti, non adatti certamente alle attività di studio. L’assenza di un’aula magna costringe poi il nostro Istituto (forse l’unico in provincia ad esserne sprovvisto) a chiedere ospitalità ad altre scuole o strutture private per le riunioni del Collegio dei Docenti e lede il sacrosanto diritto degli studenti di riunirsi in assemblea come sancito dal DLgs 297/94, il Testo Unico sulla Scuola. L’ultimo intervento di riqualificazione degli spazi, che è previsto quest’anno, prevede lo smantellamento dei due laboratori di Fisica e Chimica generale (nella foto), attualmente utilizzati dalle 24 classi del Biennio, per creare ulteriormente un paio di aule ed è veramente una scelta economica infelice se si pensa che anni orsono, a seguito delle norme della legge 626/94 e con un sostanzioso investimento, erano stati completamente ristrutturati. Sono ambienti ottimali a livello di ubicazione e spazio che altre realtà scolastiche ci invidiano e dove gli studenti operano nella massima sicurezza di movimento, per cui si potrebbe pensare di mantenerli e recuperare le aule in qualche altro spazio e contesto di più scarso pregio. In definitiva al completamento dei lavori di riqualificazione le 69 classi del nostro Istituto rispetto all’origine avranno a disposizione una ventina di aule in meno e questo metterà a dura prova la qualità della didattica. Riconosco il pieno diritto allo studio degli studenti dell’Einaudi ed esprimo solidarietà ai loro Docenti che di certo hanno subito ed affrontato nel corso degli anni disagi dovuti alla continua frammentazione logistica, ma è pur vero che se si risolve seppure parzialmente un problema un altro se ne crea. E forse una volta per tutte bisognerebbe pensare ad una soluzione definitiva. E penso che Varese, città capoluogo con un tessuto industriale ed artigianale ancora fortemente radicato nel territorio meriterebbe un Istituto tecnico e professionale su cui investire e non certo da ridimensionare.
Un plauso particolare di gratitudine e di apprezzamento infine va doverosamente a Stefano, Simone, e Arvid, degni rappresentanti d’Istituto di quei ragazzi che forse frettolosamente ed ingiustamente accusiamo di non appropriarsi del proprio futuro. Con l’augurio e l’auspicio rivolto agli adulti, che spesso si e ci imbrigliano nella burocrazia, di sforzarsi a non sottovalutare le loro aspirazioni.
Gaspare Fazzuni, coordinatore RSU d’Istituto ISIS Newton

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