Ogni promessa è debito

1 Ottobre 2018

Egregio Direttore,
eccolo, la montagna ha finalmente partorito il topolino! com’era ampiamente prevedibile questo DEF, che porta il rapporto deficit/pil al 2,4% per 3 anni consecutivi (e così per un intervento complessivo di 100/mrdi di € ca. i quali, non essendo coperti da nuove entrate, andranno certamente ad aumentare di pari importo il ns. già corposo debito pubblico), è praticamente solo il frutto dell’esigenza di concretizzare almeno in parte le ultime fantasiose promesse elettorali e non tiene purtroppo nel doveroso conto le impellenti necessità-oramai da troppo tempo disattese- nè di ridurre, come in ogni famiglia che si rispetti, lo stock debitorio dell’italica gente, nè sopratutto (per quanto oggi ci sia dato conoscere) di rilanciare adeguatamente un sistema paese da troppo tempo avvitato su se stesso e ampiamente subordinato a quello del resto UE (e purtroppo non solo a quello).- Dove sono aumento di produttività, rinnovo impianti tecnologici, efficientamento infrastrutture, sburocratizzazione, allineamento della macchina pubblica, riduzione gap nord-sud, e chi più ne ha più ne metta? Dov’è quel tanto enfatizzato mutamento di passo in grado di rilanciare il nostro PIL e di produrre quindi una duratura – e non caduca- diffusione del benessere sociale che ora si sta cercando artatamente, ed a mio avviso erroneamente, di riprodurre agendo sulla leva del debito? Si parla di potenziare i Centri per l’Impiego (ora con 8000 occupati contro i 100.000 della Germania, paese ove essi funzionano egregiamente da anni) senza peraltro curarsi che a monte vengano creati i “nuovi impieghi” che pure ne dovrebbero costituire l’indispensabile presupposto, e di cui tanto abbiamo bisogno! Siamo alle solite, quindi: visioni di breve, per non dire brevissimo respiro, ed assenza di programmazione integrata pluriennale che possa veramente essere definita “di cambiamento”.- Sin troppo facile, a questo punto, prevedere l’esito.-
Con osservanza.-