Post elezioni a Samarate: i vertici del PD locale facciano autocritica e si dimettano

15 Giugno 2015

Gentile Direttore,
mi permetto di utilizzare questo spazio per analizzare, ormai a mente fredda, le elezioni comunali samaratesi appena concluse.
Comincio da una premessa.
Oggi, domenica 14 giugno, è giornata di ballottaggi in diversi comuni della provincia. A Samarate, come ben sappiamo, non ce n’è stato bisogno, vista la netta vittoria di Leonardo Tarantino e delle sue liste.
Veniamo al dunque. Tale risultato è tutto merito del rieletto Sindaco pugliese e della sua ex maggioranza di governo ? A mio modesto parere, no.
Certamente la campagna elettorale della Lega Nord è stata, di gran lunga, più incisiva e ricca di eventi rispetto alla scarna e, per certi versi, desolante campagna di quello che doveva essere il principale avversario, ovvero il PD.
Certamente, Tarantino è stato astuto e lungimirante nel creare una coalizione composta da ben 4 liste, consapevole che le alleanze politiche hanno da sempre rivestito un’importanza cruciale.
Certamente, guardando le figure appena elette in Consiglio, si evince come le sue liste (in particolar modo Lega e FI) fossero composte da gente GIOVANE e NUOVA, requisiti che gli elettori non trascurano!
Arrivando al dunque, dopo aver riconosciuto i meriti del rieletto Sindaco, non possiamo nascondere le GRAVI responsabilità politiche del Pd locale.
Pd che ad un anno dalle elezioni, vede la sua Segretaria cittadina abbandonare l’incarico per insanabili contrasti interni. Pd che rifiuta egoisticamente e presuntuosamente un confronto con Samarate Città Viva, decidendo di correre da solo e candidando un giovane evidentemente non adatto a ricoprire il ruolo di candidato Sindaco.
Pd che, nonostante le belle parole come “rinnovamento” ha ricandidato e fatto rieleggere persone come Solanti e Paccioretti, presenti nello scenario politico samaratese da quasi MEZZO SECOLO!!
Pd che, e concludo, dopo la batosta del 2010, ne prende un’altra ancora peggiore 5 anni dopo, dimostrando di non aver capito nulla in tutti questi anni di opposizione.
In pratica, Tarantino ha vinto semplicemente perché quello che doveva essere il suo avversario, ha VOLONTARIAMENTE DECISO DI NON COMBATTERE, mettendosi fuori gioco da solo.
C’è da augurarsi che, da qui ai prossimi 5 anni, anche il povero Partito Democratico possa realmente arrivare a quel processo di rinnovamento tanto decantato come ignorato fino ad ora.
Noi, Cittadini samaratesi, attendiamo fiduciosi (ma non troppo).