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Quale coordinamento pacifista per Varese?

Manifestazione per i diritti dell'uomo 2018, varese
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14 Dicembre 2018

Egregio Direttore,

la manifestazione promossa da diverse associazioni in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione dei diritti universali dell’ Uomo fatta dall’Onu è stata certamente dignitosa, anche sul piano della partecipazione. Certo si poteva e si doveva fare di più. Porta con sé una sorta di vizio di fondo, caratteristica costante di tutte le manifestazione promosse a Varese in questi ultimi mesi e cioè quella della improvvisazione, dove ad una organizzazione seria si preferisce lo spontaneismo dal basso, con il risultato poi alla fine di deludere tutti gli stessi partecipanti e dare l’impressione di essere dei dilettanti alla sbaraglio, che vogliono trattare cose serie come il dilagare del razzismo e della xenofobia nel nostro paese.

Concludere poi la manifestazione in un luogo inadatto (ma quale problema di ordine pubblico c’era per non poter raggiungere piazza del Garibaldino?) e senza un impianto di amplificazione adeguato è come non fare una manifestazione.

La cosa positiva e che ora un po’ tutti hanno manifestato l’intenzione di continuare e migliorare questa attività attraverso un serio coordinamento. Io non posso che ripetere le cose che ho detto già altre volte, opinioni molto personali.

Promuovere queste manifestazione solo attraverso una parte delle associazioni senza coinvolgere in prima persona partiti, sindacati, Acli, Anpi e l’Arci, che non devono dare solo una adesione formale ma essere presenti fisicamente al tavolo organizzativo, lo ritengo un errore madornale. Soprattutto oggi che siamo in una delle fasi più difficili della storia del nostro Paese, dove tutti dovremmo promuovere una maggiore unità, in nome della difesa dei valori della nostra Costituzione e dell’antifascismo.

Quando si promuovono queste manifestazione, vanno curati almeno quei  minimi particolari organizzativi a cominciare da un impianto di amplificazione adeguato e non accontentandosi di qui baracchini chiamati megafoni, dove alla fine non si capisce niente, assumendosi eventualmente i costi. Io addirittura sostengo che quando si organizza una cosa seria, deve essere preceduta da manifesti con parole chiare che facciano comprendere alla popolazione che non partecipa, quali valori vogliamo portare in piazza.

La manifestazione deve poi essere conclusa da parte di un oratore serio, capace di fare una sintesi efficace della protesta che vogliamo fare e delle proposte che vogliamo mettere in campo. Quello di lasciare allo spontaneismo dei presenti di prendere liberamente al parola, lo ritengo molto dispersivo e anche inopportuno con il rischio che qualcuno possa, prendendo la parola, incitare i presenti a valori non compatibili con quelli della manifestazione stessa. L’altra cosa importante è il ruolo dei partiti che devono sostenere questo movimento senza strumentalizzarlo per propri fini: mettere la bandiere di un partito alla testa del corteo come è avvenuto lunedì è indice di scarsa sensibilità.

L’auspicio è quindi quello di dar vita a Varese ad un serio e non improvvisato coordinamento nonviolento, capace di essere baluardo in difesa della nostra Costituzione, di tutti i suoi articoli, troppe volte violati da tutti i governi, e impedire che l’opinione pubblica sia trascinata dagli attuali seminatori di odio, che pensano di costruire il proprio consenso elettorale alimentando razzismo e xenofobia.

Si riuscirà a Varese a fare questo? Non lo so. A Varese c’è qualcuno che a mio parere si diverte a promuovere, per un senso innato di protagonismo, manifestazioni pseudo spontanee, dove la caratteristica  fondamentale è quella di essere in pochi e in questo essere in pochi, sentirsi gratificati nei confronti degli altri che non ci sono. A cosa servono poi certe iniziative di piazza con poche decine di persone senza cartelli o striscioni, che risultino incomprensibili alla gente che passa, non lo so.

Eppure c’è un immenso lavoro di convincimento da fare, molto complesso, anche per le prossime elezioni europee, per smentire questo novello tribuno che si illude di rappresentare tutti gli italiani e che il movimento potrebbe sonoramente smentire, solo se ci presentiamo in maniera unitaria e credibile per affermare un principio molto semplice: prima di tutto le persone, tutte, per rimanere umani, cercando di coinvolgere soprattutto i giovani e responsabilizzarli per il loro futuro, come fecero i nostri padri nella Resistenza.

Emilio Vanoni – Induno Olona

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