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Questione di buon senso

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24 Aprile 2007

Egr. Direttore,

ho letto il suo editoriale e un paio di risposte con
Suo relativo commento e sinceramente mi sento un po’ rattristato da quanto scrive o perlomeno dal tono usato nel Suo articolo e in particolar modo nel commento a quello di Davide “Moto: ma cosa state dicendo?”.
In particolar modo mi dispiace che, sempre dalle Sue parole, la colpa sembra essere unicamente dei motociclisti come si può rilevare dai seguenti stralci: “Senza stare a fare la solita tiritela sulla criminalizzazione dei motociclisti occorre ripensare a strategie”
“La polizia stradale, che guarda da vicino gli incidenti, chiede meno potenza delle moto e più controlli”
“La seconda va imposta ai produttori o comunque a chi vende nel nostro paese moto che assomigliano sempre più a missili”
“Lo Stato deve garantire un pronto intervento di qualità e cure di massimo livello, ma qualora si accertino gravi responsabilità negli incidenti i motociclisti saranno
tenuti a pagarsi tutte le prestazioni”
In secondo luogo, penso potesse
risparmiarsi il discorso relativo all’Assistenza sanitaria, visto che questo tipo di incidenti incide in maniera minima sui bilanci delle ASL ed inoltre l’INPS e l’INAIL si rivalgono sulle compagnie Assicuratrici in caso di incidente.
Terzo punto, vorrei tenesse presente che non
tutti i motociclisti pensano alla strada come ad una pista anzi, le assicuro che la maggior parte apprezza il senso della vita e per questo vorrei accennarLe brevemente la mia esperienza.
Nel settembre 2005 ho avuto un grave incidente in moto e ho la gamba destra ancora al posto che ha occupato per 34 anni solo per le capacità professionali e la volontà del dott. Corti Giancarlo dell’Ospedale di Busto. Naturalmente non ho più l’autonomia che avevo in precedenza e le stesse capacità motorie, ma penso che in fondo mi è andata ” di gran lusso”.
Ho iniziato ad andare in moto all’età di 14 anni e ho sempre fatto molta attenzione agli automobilisti che escono dagli stop, a quelli che aprono le portiere delle auto mentre stai arrivando, a quelli che svoltano o sorpassano senza freccia, a quelli che sbucano dalle auto in
colonna, etc. ma non avrei mai pensato che un’automobilista proveniente in direzione opposta alla mia mi svoltasse davanti quando si trovava a meno di 5 metri da me. L’unico modo per evitare il mio incidente era quello di….non esserci.
Come vede ci sono componenti diverse dai Cv da prendere in considerazione, come ad esempio l’utilizzo dei cellulari alla guida, il volume della radio da sistemare, il CD da cambiare, gli
occhiali da sole caduti sul tappetino da raccogliere…tutte cose che portano un AUTOMOBILSTA alla distrazione fatale! A conferma di questo
Le suggerisco di mettersi ad un incrocio e verificare la percentuale di motociclisti che compie un’infrazione o sembra distratta e quella degli automobilisti
Sicuramente maggiori controlli sarebbero un bene, così
come le scatole nere e tutto quanto suggerito, ma si ricordi che il buon senso non si può verificare con degli strumenti.

Federico De Marie

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