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Regionali di nuoto a porte chiuse per i genitori, l’autogol della FIN Lombardia

Nuotatori del Carroccio: impegni per agonisti, master, fondisti e nuoto subacqueo
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21 Marzo 2023

Caro direttore

nel prossimo fine settimana del 25 e 26 marzo si disputeranno a Milano i Campionati Regionali di nuoto della categoria Esordienti A, che comprende i maschi nati nel 2010-11 e le femmine delle classi 2011-12. La sede di gara è la piscina Mecenate, come previsto fin dallo scorso novembre. (foto di repertorio)

Peccato che ieri – lunedì 20 marzo – a pochi giorni dalla manifestazione, la FIN regionale ha avvisato che le gare saranno disputate a porte chiuse. Il motivo è nella ristrutturazione in corso alla “Mecenate” che non consente di ospitare all’interno gli spettatori i quali, in questi casi, sono anche piuttosto numerosi. Come detto però, i calendari sono stati stilati quattro mesi fa e questa problematica era ampiamente prevedibile; invece ora società e famiglie si trovano a gestire una situazione d’emergenza.

Perché, è bene sottolinearlo, le gare della domenica inizieranno alle 8,30 del mattino ma dureranno per tutto il giorno visto che l’ultima staffetta è prevista verso le 18,30. Dieci ore nelle quali i genitori non potranno restare in tribuna o all’interno della struttura (oltre che, aggiungiamo, l’ingresso all’impianto dovrà avvenire da un’entrata secondaria perché quella di via Trani è inagibile per lavori…).

La domanda è: possibile che per una manifestazione del genere non si potesse pensare a una sede alternativa? Tra l’altro per una vasca da 25 metri e non da 50? I ragazzi e le ragazze che si sono qualificati lo hanno fatto grazie a tanti sacrifici propri e delle famiglie e, al posto di essere invogliati nel loro percorso sportivo trovano ulteriori difficoltà. Certo, le gare saranno trasmesse in streaming (sperando che non ci siano problemi tecnici…) ma restano i problemi logistici. Da Varese possiamo anche andare a tornare due volte – ammesso che sia una cosa intelligente – ma ci sono club e famiglie che arrivano da molto più lontano. E ancora: perché costringere allenatori e dirigenti a dover gestire anche il pasto degli atleti? Perché costringere i genitori a una domenica alternativa senza i propri figli e senza la possibilità di assistere alle gare o, anche, supportare i ragazzi prima e dopo le prove?

Certo, durante il periodo del Covid l’assenza di pubblico era la normalità, ma per l’appunto ci trovavamo in emergenza e anche per quello i programmi erano stati stilati in modo da ridurre il più possibile i disagi. Ora siamo tornati alla vita normale ma alla FIN Lombarda non se ne sono accorti.

Marco Macchi – Varese

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