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Requiem per una democrazia

costituzione
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9 Ottobre 2019

Egregio direttore,

chi scrive non siede, ne si è mai seduto su una poltrona. Non appartengo quindi a quelle categoria definita volgarmente casta. Ma quella che ha vissuto ieri il nostro Parlamento, la ritengo una brutta pagina delle storia del nostro Paese, il tradimento di quei valori per cui sono caduti migliaia di partigiani che con il loro sangue hanno scritto la nostra Costituzione. La mia preoccupazione è che il taglio dei parlamentari sia l’avvio di altre picconate destinate a stravolgere la Costituzione. E’ una riforma che ha visto tutta la Destra perfettamente unita, rivendicando a sè la progenie di questa controriforma, e che si prepara al colpo finale di stravolgere la nostra Costituzione, che da Repubblica Parlamentare, si vuole trasformare a Repubblica Presidenziale. È infatti noto a tutti che la Destra, soprattutto quella estrema, ha sempre visto nella Costituzione l’ostacolo maggiore per i loro piani di restaurazione, ma che oggi possono far cadere attraverso le loro campagne di odio.

I 5stelle devono le loro fortune elettorali alla demagogia, a parole semplici come  “Vaffanculo” e alle loro campagne di odio contro le istituzioni,  in cui l’antipolitica è diventate un sorta di valore. La partecipazione democratica, valore dalla nostra Costituzione, diventa così un disvalore. Chi domani vorrà impegnarsi a fare politica, sarà accusato di mirare ad accaparrarsi una poltrona di potere e non quello di mettersi a servizio del bene comune. Bene Comune ormai scomparso dall’orizzonte di quasi tutte le forze politiche, tutti ormai accecate di usare il potere per accumulare il proprio consenso.

Sul piano pratico, il taglio dei parlamentari non porterà nessuna semplificazione nell’azione del governo, il risparmio prodotto è semplicemente ridicolo (0,007%) rispetto al bilancio dello Stato, punirà il pluralismo e le minoranze linguistiche o territoriali che faranno molta fatica ad essere rappresentati nelle istituzioni. Il Friuli per esempio avrà un solo parlamentare. Avremo un Parlamentare ogni 150mila abitanti, quando in Europa mediamente è di un rappresentate ogni 100mila abitanti. Nella vicina Confederazione elvetica per esempio, i Parlamentari sono 250 su una popolazione di 6 milioni di abitanti. In proporzione agli abitanti, quindi in Italia ne potremmo avere 2500, mentre ora saranno solo 600.

Ora i 5stelle parlano di imporre il vincolo di mandato, vietato  dalla Costituzione, in cui il parlamentare, sarà come un burattino,  non libero di votare come crede secondo coscienza, ma solo ubbidendo al un capo politico, che risulta essere un dipendente della Casaleggio-Associati, una sorta di macchina perfetta di manipolazione del consenso, laboratorio delle notizie false e di odio, le dilaganti “fake news” che dominano il mercato delle notizie. Se poi l’unica ossessione è la diminuzione dei costi della politica, anche le elezioni sono un costo e a voler esasperare il discorso, le dittature sono i regimi che costano di meno. E’ a questo che si vuole puntare?

Cosa c’era poi da festeggiare ieri con la pagliacciata di Di Maio davanti al Parlamento  quando a Lampedusa decine di migranti hanno trovato la morte per l’indifferenza con cui l’Italia e l’Europa vogliono rimanere cieche nei confronti dei drammi dell’intera Umanità? Ieri il Parlamento ha scritto una delle pagine più brutte della nostra storia, una vera vergogna, una sorta di Requiem della Democrazia. Il dramma è che siamo solo all’inizio.

Emilio Vanoni – Induno Olona

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