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Ricordo del concerto di Battiato al Sacromonte del 25 giugno 1994

Franco Battiato in concerto (inserita in galleria)
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24 Maggio 2021

25 giugno 1994, una splendida serata primaverile cedeva il passo al giunger della notte e le luci della città  contemporaneamente alle stelle andavano ad accendersi una ad una; il cielo sopra a Varese grazie ad un costante venticello si manteneva sgombro da nuvole, mentre una gradevole musica d’archi si diffondeva sul vialone delle cappelle al Sacro Monte in prossimità della statua del Mosè. Allora ero volontario di protezione civile e con altri componenti del gruppo stavo lassù a fornire assistenza agli organizzatori del concerto di Franco Battiato.  La memoria di quella emozionante esperienza torna a pochi giorni dalla scomparsa del bravo autore siciliano al quale mi sentivo legato per effetto di innate affinità elettive o più semplicemente per  casuali coincidenze che hanno caratterizzato quel mio tempo. Rammento che incontrai la sua musica in una radio locale varesina ai primi anni ’80 del XX secolo: si trattava del vinile a 33 giri intitolato “L’era del cinghiale bianco”. Pur avendo io allora preferenze musicali diverse, con gli amici si ascoltava Neil Young o Bob Dylan e gli autori italiani graditi erano De Andrè, Guccini e pochi altri, restai colpito da quell’insolito “ellepi” (termine italianizzato di long playing)  che riusciva a distinguersi per originalità nel panorama musicale del tempo. Nei mesi a seguire (allora non c’era Wikipedia) feci delle ricerche sull’uomo consultando riviste musicali e scoprii che la data di uscita dell’album in questione era il 10 settembre 1979, giorno nel quale io iniziavo una nuova avventura lavorativa in una storica azienda meccanica varesina, presso la quale ho trascorso vent’anni… sicuramente i migliori, vuoi perché fu  il tempo della mia spensierata gioventù, ma anche perché per me quella esperienza professionale rimarrà la più gratificante di sempre. Per tornare all’evento ricordo il piccolo palco posto davanti all’ultima Cappella rivolto verso l’alto della via e il porticato del XIV tempietto adibito a camerino, presente dietro le quinte anche la bellissima cantante Alice che spesso ha condiviso esperienze musicali con il musicista, un quartetto d’archi e alcune tastiere collocati a lato dell’immancabile tappeto sopra al quale il cantante soleva sedersi durante le performance completavano la scenografia. Niente effetti speciali, luci psichedeliche o fumi colorati, solo alcuni grossi ceri posizionati sui muretti laterali. Il programma proponeva agli spettatori seduti sulla secolare “rizzada” brani di musica classica, canzoni di successo ed altre meno note in un crescendo di complicità tra protagonista e astanti, condizione che ha reso particolarmente intimo il ritrovo sino alla condivisione corale dell’ultimo motivo in scaletta (l’era del cinghiale bianco). Alla domanda se da domani mancherà il pensiero carismatico di Battiato rispondo no, resteranno vive tante sue canzoni e gli stimoli che esse suscitano continueranno a accompagnare il nostro cammino. Mi è capitato in passato di fare le vacanze nelle oasi della Tunisia ed è stato per me obbligatorio deviare dall’itinerario previsto per visitare la cittadina di Tozeur e vedere passare il treno, durante un viaggio a Berlino ho pernottato in un hotel che si affacciava su Alexanderplatz e come mi successe a San Pietroburgo percorrendo la  Nevskij Prospèkt ho canticchiato le sue canzoni. Finirà la pandemia e torneremo a viaggiare, magari in modo diverso e più consapevole rispetto a come eravamo abituati a fare, e quando capiterà di assaporare il thè alla menta nella medina araba o vedremo danzare le balinesi nei giorni di festa, il maestro sarà sempre con noi!

Carlo Piccinelli

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