In ricordo di don Roberto Malgesini
29 Settembre 2020
Egregio Direttore,
mi sembra di constatare che il sacrificio di don Lorenzo Malgesini rischi di essere già dimenticato. Subito dopo la sua morte per mano violenta, si scatenarono i commenti più disparati, tra chi lo considerava santo e chi al contrario lo criticava per il bene da lui portato agli ultimi. Anche lui era stato multato dal comune di Como per aver portato da mangiare agli affamati. Viviamo in un periodo storico molto difficile in cui il fare del bene rischia di essere criminalizzato. Forse c’è già qualcuno che pensa di togliere dal Vangelo la parabola del Buon Samaritano e sostituirla con i predicatori dell’odio, di cui pullula la nostra società, anche se si definiscono cristiani e dicono di essere devoti della Madonna.
La responsabilità individuale della sua morte ricade ovviamente sul suo assassino. Ma ci sono responsabilità sociali e politiche che vanno oltre alle responsabilità individuali. Tutti hanno affermato che l’uccisore di don Roberto è stato colpito da un raptus, causato dal suo disagio psichico, andando ad uccidere quello lo aiutava. Il comasco è una terra sfortunata da questo punto di vista. Già pochi anni fa c’era stato un altro episodio drammatico, anche questo subito archiviato. Quel padre angosciato immigrato che al colmo della sua disperazione, per non avere i soldi da dar da mangiare alle sue bambine, uccise le sue quattro figlie prima di suicidarsi. Oggi quindi sappiamo che le persone al colmo della disperazione causato dal disagio psichico, possono commettere crimini efferati.
Si può quindi concludere che ad uccidere don Lorenzo, non sia stato solo un povero disperato malato di mente, ma sia stato ucciso anche da coloro che nel nostro paese agitano la pubblica opinione contro gli stranieri, gli immigrati e contro tutti i poveri in generale. E le persone che potrebbero soffrire di un disagio psichico sono tante, non solo gli immigrati, ma sono coloro che sono senza lavoro, senza un reddito, senza una casa, senza una adeguata assistenza sanitaria o senza la sicurezza per una adeguata istruzione per i loro figli, italiani o immigrati che siano.
Quindi un governo che dice di rispettare la nostra sacro santa Costituzione, dovrebbe mettere in pratica i suoi principi, garantendo a tutti una vita dignitosa senza avere la paura di perdere il consenso elettorale perché ci si batte per i poveri, gli emarginati, gli ultimi. Senza una vita dignitosa, rischiamo che altre persone siano colpite da un raptus e possano commettere delitti efferati. Per questo è urgente abolire da subito i così detti decreti sicurezza del precedente governo, partoriti solo per consenso politico di chi non ha fatto mistero di alimentare il razzismo e la xenofobia per i propri interessi di partito.
Emilio Vanoni – Induno Olona
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