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Chi ha votato e chi no, l’analisi

Elezioni politiche 2022, oltre 50 milioni di italiani al voto
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28 Settembre 2022

Egr. Direttore,

Il primo dato che emerge dal voto e che i telegiornali non hanno messo evidenza, è che il 64% (il 10% in più rispetto al 2018) degli italiani non é andato a votare, che sommati alle schede bianche e nulle, il cui dato a livello nazionale é sconosciuto, si potrebbe tranquillamente dire che circa il 40% degli elettori che non credono più nella democrazia e non si sentono rappresentati dalla attuale classe politica. Sono persone che non sono votate all’astensionismo per disinteresse, ma hanno protestato non andando a votare. Sopratutto anche per una legge elettorale ritenuta da molti incostituzionale che ha tolto il diritto degli elettori di scegliere i propri candidati che di fatto risulteranno nominati dai capi partito. Un dato che tutti dovrebbero prendere in seria considerazione. Per il resto i risultati elettorali elettorali hanno confermato in larga misura le previsioni della vigilia, anche se le percentuali diversificate stanno animando la povertà del dibattito politico. La verità incontrovertibile é che purtroppo la destra ha vinto, soprattutto il partito Fratelli d’Italia che essendo stato sempre all’opposizione ha intercettato meglio la protesta degli italiani. Piaccia o non piaccia stare alla opposizione paga sul piano elettorale. Ma poi quando si deve governare le cose cambiano radicalmente. L’altra osservazione che mi sento da fare è la proliferazione dei partiti, un fenomeno tutto italiano. Contando tutti i simboli presenti sulla scheda, si arriva a quasi 20 simboli, cosa del tutto ridicola frutto di una legge elettorale che favorisce la frammentazione e non l’aggregazione e quindi la confusione. Tutti si sono dimenticati che nella prima Repubblica i partiti erano 6 o 7 ma in pratica quelli veri, organizzati e popolari era due o al massimo tre: Comunisti, democristiani e socialisti. Gli altri erano partiti di opinione; per non parlare dei partitini di sinistra maestri nella divisione e che tradiscono ad ogni tornata elettorale quei ceti popolari che dicono a parole di voler rappresentare. Per quanto riguarda il PD io non sarei così severo. Ha partecipato in maniera rocambolesca al governo con partiti populisti quasi incompatibili con la sua storia (M5S LEGA FI); ha partorito al proprio interno personaggi animati solo di ambizione di potere personale (Renzi e Calenda); ha sbagliato strategia elettorale; ha deciso di non intercettare il voto del mondo pacifista del NO alla guerra; ha avuto un programma debole, semmai ha avuto un programma. Adesso l’unica cosa da fare è quello di fare una opposizione seria e costruttiva, non faziosa nel difendere la Costituzione, non facendo esami di antifascismo a nessuno, cercando nel limite del possibile che il prossimo governo faccia meno errori, perché anche dalla opposizione si può governare un Paese Fra 5 anni, se non fanno troppi errori, si tornerà al governo. D’altro canto il prossimo governo ha davanti a sé grandi problemi: La pandemia, la guerra in Ucraina, la siccità prolungata, gli incendi devastanti, una crisi invernale catastrofica, i cambiamenti climatici che provocano immani disastri dove tutti dovrebbero mostrare grande senso di responsabilità. Rimano uno smacco per la sinistra: Giorgia Meloni sarà la prima donna in Italia a diventare Presidente del Consiglio. Forse i ritardi del PD stanno tutti qui.

Emilio Vanoni

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