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Woodstecche: giornata storica

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3 Luglio 2006

Ebbene sì, noi ragazzi di Qbr, organizzatori della giornata di sabato 1 luglio, la pensiamo così! E vi diciamo di più: siamo convinti dell’importanza e della bellezza di una giornata in cui tutto il quartiere è stato coinvolto ed ha partecipato attivamente a questa grande festa, ridandoci riscontri positivi ed emozioni impossibili da descrivere, per gente abituata ad un quartiere osteggiato, ignorato e infangato più volte.
Ciò che fa male, pertanto, è che notizie, commenti e pregiudizi falsi e calunniosi possano prendere piede. Rivendichiamo la verità di fatti e siamo stanchi di leggere o sentire interventi a sproposito sulla questione.
Chiediamo che non riparta il trenino di commenti benpensanti sulle Bustecche come degrado, violenza, rassegnazione, gioventù sbandata.
Chiediamo rispetto, anche e soprattutto per Matteo, e non affermazioni superficiali che non tengono conto della realtà del luogo.
Woodstecche non era una semplice festa con finalità puramente ricreative o di sballo, come qualche malalingua potrebbe pensare.
Era una festa che scaturiva da un impegno che noi di Qbr portiamo avanti da tempo, la risposta cioè ad un bisogno giovanile, ma non solo, di avere spazi di aggregazione, dove fare non solo divertimento, ma anche e soprattutto cultura. Uno spazio dove imparare a divertirsi in maniera sana. Era una festa del quartiere, dove tutte le associazioni di Piazza De Salvo, ben 18, hanno contribuito attivamente all’organizzazione della giornata.
Associazioni che da anni si battono per i diritti del quartiere e che si fanno carico delle esigenze di tutti, dagli anziani ai bambini, dagli stranieri ai giovani e agli emarginati, senza mai avere avuto un minimo riscontro dalla precedente amministrazione comunale.
Purtroppo, e senza vittimismo, fino ad ora Varese non si è contraddistinta per un atteggiamento di apertura nei confronti delle realtà come quelle di Piazza De Salvo. Si ha l’impressione di agire da soli, senza alcun interesse o collaborazione da parte delle istituzioni, che anzi sono molto rigide nella gestione dei permessi e degli spazi. Ancor di più, dopo Woodstecche, tutti i dubbi ed i problemi emergono insieme, senza, però, dimenticare che non sono frutto della sola giornata di sabato, ma di uno stato d’animo che ci si porta dentro quando da anni si vede non considerato un lavoro di rilancio del quartiere da parte di chi in realtà dovrebbe farlo.
Non rispondiamo a polemiche né tantomeno vogliamo aprirne, chiediamo solo rispetto per quanto successo e per il lavoro svolto, perché le Bustecche non è più un quartiere ghetto, come qualcuno ha tentato di riaffermare, ma un quartiere che da lungo tempo ha ritrovato una propria identità e ha iniziato un percorso di riqualificazione, che lavora quotidianamente con situazioni di devianza e problematiche socio-economiche e per le quali cerca di trovare risposte, non rassegnandosi a credere a situazioni di emarginazione senza rimedio. Non sono solo speranze né tantomeno sogni distrutti: le Bustecche sono davvero “altro”.

QueiBraviRagazzi

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