Rifarsi il seno? Tutto quello che c´è da sapere sulla mastoplastica additiva

Il Dott Montemurro, specialista in chirurgia plastica, ci spiega in dettaglio cosa è davvero importante sapere prima di sottoporsi all´intervento di mastoplastica additiva

Dott. Paolo Montemurro

Nel mondo della chirurgia plastica e della chirurgia estetica, l’aumento delle dimensioni del seno – noto come mastoplastica additiva – è la procedura effettuata più di frequente, con un incremento costante anno dopo anno. È quindi evidente che non manca l’interesse ad aumentare, affinare e perfezionare la forma del proprio seno. È comunque importante ricordare che questo intervento, come tutti gli interventi chirurgici, non è da prendere alla leggera. Essere una paziente bene informata è dunque fondamentale per ottenere in sicurezza il risultato desiderato. In questa ottica, abbiamo incontrato uno dei chirurghi plastici italiani più conosciuti per la chirurgia estatica del seno, il Dr. Paolo Montemurro, nella sua nuova sede di Varese, la bellissima Clinica Isber.

Basi della mastoplastica additiva

In qualunque modo la si voglia chiamare – mastoplastica additiva, rifarsi il seno, ingrandimento del seno, mastoplastica con protesi, ecc. – la procedura prevede il posizionamento accurato di protesi al silicone all’interno del seno della paziente. E sebbene in molti pensino che nella maggior parte dei casi questo intervento implichi l’utilizzo di protesi di volume molto significativo, il Dr. Montemurro ci spiega che in realtà nella sua pratica non è così. “La maggior parte delle mie pazienti mi segue sui miei canali social come Instagram o YouTube e conosce quindi la mia filosofia estetica. La mia visione della mastoplastica additiva mira ad ottenere risultati naturali e ben proporzionati al corpo, avendo cura di non esagerare con le dimensioni”.

Il volume della protesi mammaria è misurata in centimetri cubi o CC e la taglia corretta viene determinata e scelta durante la visita iniziale. “È tutta una questione di scegliere la dimensione che meglio si adatta al corpo della paziente. È un po´ come cucire un abito fatto su misura, la scelta è individuale e viene fatta paziente per paziente. Una protesi troppo grande darà un effetto “finto” e molto vistoso mentre avendo cura di scegliere il giusto volume si potrà ottenere un effetto molto aggraziato e naturale anche dopo avere aumentato le dimensioni del seno”.

Cosa è importante durante la prima visita?

Quando si decide di rifarsi il seno, la cosa in assoluto più importante è quella di rivolgersi ad un chirurgo plastico. Questo purtroppo, per quanto scontato possa sembrare, non lo è affatto. La legge italiana consente infatti anche a chi non ha conseguito la specialità in chirurgia plastica, di effettuare tutti gli interventi di chirurgia estetica e di auto-definirsi “chirurgo estetico”. Attenzione però: non esiste nessun corso di studio che conferisca il titolo di “chirurgo estetico” (motivo per il quale è possibile auto-definirsi chirurgo estetico senza infrangere la legge). “Il chirurgo plastico – ci spiega il Dott Montemurro – è quindi l’unico medico che ha competenza necessaria ad effettuare tutti gli interventi di chirurgia estetica, inclusa la mastoplastica additiva ovviamente”.

L’obiettivo principale della prima visita è quello di discutere in dettaglio che tipo di risultato ci si aspetti dall’intervento di aumento del seno. “Il mio consiglio è quello di farsi guidare dal chirurgo nella scelta. Un chirurgo esperto che ha effettuato diverse centinaia di interventi di mastoplastica additiva, avrà infatti sicuramente acquisito la capacità di comprendere al meglio quelli che sono i desideri di una paziente ed in che modo esaudirli”. Durante la visita verranno scelti il volume e la forma della protesi (anatomica oppure rotonda) e il suo posizionamento (sopra o sotto il muscolo pettorale). “Non esiste però un tipo protesi o una tecnica operatoria che vanno bene per tutte le pazienti – ci spiega il Dott Montemurro – Anzi, quello che magari va bene in un caso potrebbe non andare affatto bene in un’altra paziente con una anatomia corporea differente. Per questo la visita è importante: si va a valutare che cosa è meglio fare per ciascuna paziente”.

Posizione dell’incisione

Ci sono tre possibilità per quanto riguarda il dove effettuare l’incisione, cioè da dove inserire la protesi durante l’intervento di mastoplastica additiva. Le due più comuni sono il solco sottomammario (la piega sotto il seno) o la periareolare (attorno all’areola). La terza e meno comune è la cosiddetta transascellare, ovvero un’incisione sotto l’ascella.

“Tutte le mie operazioni di mastoplastica additiva vengono eseguite con una piccola incisione di 3-3,5 cm nella piega sotto il seno”, afferma il Dott. Montemurro. “Non solo mi dà la migliore visibilità durante l’esecuzione dell’intervento e mi garantisce quindi la possibilità di creare una tasca in maniera molto precisa. Ma anche perché tutti gli studi effettuati per decenni sono ormai giunti alla unanime conclusione che passare attraverso l’areola o attraverso l’ascella aumenta in maniera esponenziale i rischi post-operatori, quali quello di contrattura capsulare e la perdita della sensibilità del capezzolo. La cicatrice nel solco invece guarisce incredibilmente bene e fondamentalmente “si fonde” con la linea della pelle naturale diventando col tempo quasi invisibile”.

Sopra o sotto il muscolo?

Anche in questo caso, non esiste “giusto” o “sbagliato”: se così fosse, tutti i chirurghi utilizzerebbero la stessa tecnica per effettuare la mastoplastica additiva e non ci sarebbero alternative. Il Dott Montemurro ci spiega che: “Posizionare la protesi al di sotto del muscolo pettorale ha il vantaggio, in pazienti molto magre o con pochissimo seno, di conferire un risultato più naturale in quanto il muscolo “copre” la protesi e questa sarà dunque meno visibile. È però un intervento più invasivo rispetto al posizionare la protesi al di sopra del muscolo, che necessita quindi di un recupero più lungo. Per questo motivo, se la paziente desidera una protesi piccola oppure ha una buona quantità di tessuto mammario, la protesi puó tranquillamente essere posizionata sopra il muscolo ottenendo comunque un risultato altrettanto naturale con il vantaggio di un recupero molto più rapido dopo l’intervento di mastoplastica additiva”.

Rischi della protesi al silicone

Rifarsi il seno ed effettuare una mastoplastica additiva vuol dire andare incontro ad un intervento chirurgico in tutto e per tutto, ed è quindi importante conoscere i rischi legati all’inserimento nel corpo di una protesi al silicone. “Vorrei innanzitutto sfatare un mito” ci dice il Dott Montemurro “le protesi non possono venire rigettate dal corpo. Il silicone è stato scelto come materiale proprio perché è inerte, non attiva cioè il sistema immunitario del corpo umano. Non è quindi in nessun modo possibile essere allergici alle protesi o vedersele “rifiutare” dal corpo”. Tuttavia, ogni qual volta venga inserito nel corpo umano un “qualcosa” di estraneo, il corpo reagisce formando un tessuto cicatriziale attorno ad esso. Questo tessuto cicatriziale è chiamato capsula ed in alcuni rari casi, questa capsula può ispessirsi a tal punto da rendere il seno duro al tatto. “Questo fenomeno, che non è comunque pericoloso, è chiamato contrattura capsulare ed è uno dei motivi per cui, dopo un certo numero di anni dopo la mastoplastica additiva, le protesi vanno sostituite” conclude il Dott Montemurro. Infine, le protesi al silicone moderne non contengono più silicone liquido come quelle di tanti anni fa, ma sono formate da un gel solido. Questo offre il grande vantaggio che, nei rari casi di rottura, non si abbia la fuoriuscita di materiale come avveniva negli anni passati.

Il giorno dell’intervento

Il Dott. Montemurro opera a Varese e riceve pazienti dalla vicina Svizzera (Ticino) da Milano e da tutto il nord Italia. “Avendo effettuato circa 2.000 interventi di mastoplastica additiva, eseguo questa operazione in non più di 35-40 minuti. Questo rappresenta un vantaggio enorme per i miei pazienti perché un intervento cosí rapido si associa ad un recupero molto più veloce con pochissimo dolore”. La mastoplastica additiva viene effettuata in clinica privata sempre in presenza di un team anestesiologico completo e altamente qualificato. “La sicurezza per i miei pazienti è in assoluto la cosa più importante per me e non cercherei mai di offrire prezzi più bassi a scapito della qualità del servizio che offro”. Nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti stanno molto bene già da qualche ora dopo l’intervento e sono in grado di lasciare la clinica senza nessun problema.

Come ci si sente dopo l’operazione

“Durante i primi minuti dopo l’intervento, ci si sente un po´ come se qualcuno ti si fosse seduto sul torace” ci spiega il Dott Montemurro. Poi solitamente, dopo qualche ora, la maggior parte dei pazienti avverte solo qualche fastidio che viene trattato con i comuni farmaci antidolorifici. “I miei pazienti sono inoltre molto contenti del fatto che io non usi drenaggi, cosa che rende il decorso post-operatorio molto meno fastidioso e dà la possibilità di fare la doccia già dal giorno successivo la mastoplastica additiva”.

Accorgimenti importanti dopo l’operazione

Sebbene il dolore sia minimo, durante i giorni successivi l’intervento di mastoplastica additiva é importante rispettare un periodo di risposo ed evitare alcune attività. “Il fatto che i miei pazienti abbiano poco dolore dopo l’intervento, è la cosa che piú mi preoccupa” scherza il Dott Montemurro “Il dolore infatti ti limita e ti fa ricordare che sei appena stata operata. Senza dolore invece, si ha la tendenza a voler fare un po´ troppe cose subito dopo l’intervento. In particolare, sottolineo a tutte le mie pazienti l’importanza di non muovere troppo le braccia e di non sollevare pesi maggiori di un paio di chili durante le prime 2-3 settimane dopo l’intervento. Il rischio è quello che le protesi si spostino o che si formino sanguinamenti interni che richiedano un nuovo intervento chirurgico”

Inoltre, poiché le donne giovani e sane hanno muscoli pettorali ben sviluppati, questo fa si che le protesi vengano spinte verso l’alto ogni qual volta i muscoli vengono contratti. “Per questo motivo do alle mie pazienti una fascia da mettere attorno al torace, in modo da spingere le protesi verso il basso durante le prime 2-3 settimane dopo la mastoplastica additiva” – conclude il Dott Montemurro.

Cronologia del recupero

“Tutto va completamente a posto nel giro di 6-12 mesi” ci dice il Dott. Montemurro. Tre mesi sono in genere il tempo necessario affinché le protesi “trovino” la loro posizione ideale. Durante le prime 2-3 settimane è molto importante astenersi dall’effettuare qualsiasi attività sportiva. Questa potrà poi essere ripresa gradualmente nelle settimane successive e per quelle pazienti che non hanno un lavoro impegnativo da un punto di vista fisico, sarà spesso possibile rientrare già la settimana successiva l’intervento di mastoplastica additiva.

Le protesi possono essere tenute a vita?

Rifarsi il seno è il sogno di molte donne, ma le protesi possono essere tenute per sempre? A tal proposito il dottor Montemurro ci dice: “Sono consapevole del fatto che purtroppo esistono chirurghi che raccontano ai propri pazienti di usare protesi che si possono tenere a vita dopo la mastoplastica additiva. Questo, semplicemente, non è vero”. In primo luogo, perché, se davvero queste protesi esistessero, tutti i chirurghi del mondo le utilizzerebbero. In secondo luogo, perché ci sono ormai studi su studi che hanno dimostrato senza possibilità di smentita che le protesi “invecchiano” insieme al corpo e che dopo un numero imprecisato di anni, stimabile attorno ai 10-15, vanno quindi sostituite.

Falsi miti sulla mastoplastica additiva

Il Dott Montemurro, dal suo studio di Varese ci dice: “Penso che il più grande di tutti sia che la mastoplastica additiva dia sempre e comunque un seno molto grande e dall’aspetto “finto”. In realtà non è davvero così e si può certamente ottenere un risultato molto naturale e proporzionato al resto del corpo, anche dopo essersi rifatti il seno”. Il secondo grande falso mito è quello che le protesi possano scoppiare in aereo. “Anche in questo caso – continua il Dottor Montemurro – non c’è assolutamente niente di vero e non c’è nessuna possibilità che una protesi possa scoppiare durante un viaggio in aereo”. Si può quindi volare tranquillamente anche dopo un intervento che ha aumentato le dimensioni del seno!

Ringraziamo il dottor Paolo Montemurro, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Il dottore effettua tutti gli interventi di chirurgia estetica e riceve presso la Clinica Isber sita in Via Sonzini 8 a VaresePer prenotare un appuntamento è possibile chiamare lo 0332 242971. Per info riguardanti gli interventi: www.paolomontemurro.com

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Pubblicato il 13 Settembre 2021

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