Iniziò
un po' per gioco, un po' per la solita pazzia che ci
contraddistingueva. Piu' difficile era l'impresa e più
sembrava che ne valesse la pena.
Venivamo già da un'esperienza
complicata, quella del mensile e poi quindicinale "Airone
rosso". Il web correva su linee dedicate a 19 kb, ma noi
già eravamo certi del suo successo.
Carlo Galeotti era l'unico
giornalista, e che giornalista. Viterbese, diplomato e
soprattutto laureato in filosofia della scienza a pieni voti e
con tutte le lodi possibili, era stato il pioniere del
Corriere di Viterbo, un quotidiano locale legato
all'esperienza perugina del Corriere dell'Umbria. Una rapida
carriera con sempre maggiori responsabilità e poi, a seguito
della sua affascinante fierezza e integrità lasciò
quell'esperienza, quando era ai vertici, per ragioni di
disaccordi profondi sulla linea del giornale. Carlo arrivoò a
Varese un po' per gioco, un po' per pazzia. Lavorava con noi
ventidue giorni e poi per i restanti otto tornava nella sua
(nostra) Viterbo.
Il suo arrivo butto' in
aria i vecchi progetti. Si mise a capofitto a rivedere tante
cose, diede degli impulsi incredibili. Insomma in pochi mesi,
il nostro vecchio giornale legato al locale Il circolino
divenne un mensile "vero". Non gli piaceva il nome e
da lì la nascita di Airone rosso, dopo una breve
collaborazione con La cronaca, diretta da Marco Dal Fior.
Carlo era ed e' un entusiasta.
Rara intelligenza, ama diffondere il suo sapere e fare da
esempio. Con noi, Michele, Roberto e Marco non possiamo dire
come sia stato, ma certo senza di lui Varesenews non
esisterebbe.
Oggi scrive libri, colleziona e
vende oggetti fantastici, come le mappe antiche, alleva cani,
ma si lancia ancora in imprese disperate e da solo mette in
scacco intere pattuglie di politici come è avvenuto alle
ultime elezioni con Tusciaweb, ultima sua creatura editoriale.
Sono sei anni che non rimette
piede a Varese, dopo aver deciso di rientrare al "campo
base". Per la festa ci sarà anche lui. Un legame che si
rinsalda e che non può che promettere belle e grandi cose.
A lui dobbiamo un grande grazie
|