Busto Arsizio - La candidata a consigliera regionale della lista provinciale della Federazione della Sinistra si presenta: treni, sanitą, sociale, antimafia le sue prioritą. Lo slogan: "Le nostre vite valgono pił dei loro interessi"
Ada Salerno: dignitą della persona e lotta alla mafia in primo piano

Prendere una dose generosa di passione siciliana, spolverare con esperienze bustocche, mescolare con impegno antimafia, aggiungere robuste dosi di falce e martello e servire ben caldo all'elettorato. È la ricetta di Ada Salerno, candidata da Rifondazione Comunista nella lista provinciale (al numero 4) della Federazione della Sinistra per le elezioni regionali. "Le nostre vite valgono più dei loro interessi" è il suo slogan.

Salerno vive da cinque anni e mezzo a Busto Arsizio: ha fatto il il suo apprendistato politico nella Sicilia da cui proviene, prima a Palermo poi per vari anni a Gela, che è come dire nell'anticamera di Busto Arsizio, visto il gran numero di gelesi che tuttora fa la spola fra i due centri. Bruna, intensa e determinata come le donne della sua terra natia, dapprima da studentessa universitaria con il movimento della Pantera (1990), poi da militante di Rifondazione Comunista nel grosso centro del nisseno, l'impegno non le è mai venuto meno, nemmeno di fronte alle minacce. Ora, da neosegretaria cittadina di Rifondazione, si presenta alla sfida del voto regionale cercando di portare consensi ad una sinistra in perenne difficoltà.

Treni, sanità, lotta alla mafia le sue priorità. Da siciliana, conosce bene la terza problematica e le è ben noto quale livello di penetrazione i fenomeni mafiosi abbiano assunto in Lombardia, «una terra che ho imparato ad amare». Investimenti su tutte le linee, orari adeguati, bonus per pendolari e studenti e prezzi dei biglietti e degli abbonamenti in linea con i (dis)servizi è quanto Salerno propone per la "cura del ferro", vitale per la modernità del trasporto quotidiano di decine di migliaia di persone. Sulla sanità, la candidata contesta le privatizzazioni, gli sprechi, i ticket del "formigonismo reale", e salta direttamente all'argomento del sociale, direttamente legato. «Formigoni dice ai lombardi: sono uno di voi. Macché. Mica deve fare i miracoli ogni giorno come la gente normale. Un tetto sulla testa lui ce l'ha, molti no. Perfidamente qualcuno mi diceva che chi non si può permettere un garage, lasci l'auto fuori. Il tetto sulla testa non si tocca: c'è crisi profonda, il 2010 sarà peggio del 2009 forse, e pur di lavorare ci si riduce in nero». Dai media alla politica, arrivano esempi che Salerno bolla con indignazione. «Parlo da comunista, da madre e da moglie: mi dispiace che certe soubrette - o escort - si facciano inserire in liste di partiti di destra per figurarvi, è una mortificazione dello status femminile. Le donne devono mantenere una dignità, avere rispetto di sè e dei propri compagni».

La dignità sopra tutto, per le donne e per tutti, «che viene violentata ogni giorno dalle regole del malaffare». Un malaffare che Salerno vede prima di tutto nelle privatizzazioni, osteggiate non solo per ragioni schiettamente ideali, ma anche per il pericolo dell'infiltrazione di capitali mafiosi, sempre presente anche nei grandi appalti infrastrutturali («la mafia non è più quella tutta coppola e lupara»). Il potere mafioso è realtà da molti decenni, Prima e Seconda Repubblica hanno avuto una "cerniera" a suon di stragi, ma la mafia «si può combattere, come fece Peppino Impastato, rompendo le regole da dentro, lui che veniva da una famiglia mafiosa. Volutamente gli abbiamo dedicato il nostro circolo a Busto Arsizio: è un segnale al malaffare. Che si combatte con le associazioni, con la politica pulita; educando i giovani alla legalità, fin da scuola; ma una legalità che non esclude la disobbedienza civile di frnte a leggine ad personam e lodi ad hoc vari. Non bisogna farsi schiavi e soprattutto non si deve avere paura, perchè chi ha paura si fa complice di chi lo opprime». Un ben duro vangelo da seguire, a fronte dell'eterna pavidità dei più.

Obiettivi per la sinistra? Primum vivere: «Portare dei consiglieri al Pirellone». E certo senza Formigoni, se i ricorsi non dovessero fare il loro tuttora probabile percorso, le soglie percentuali si alzerebbero. Comunque, con il 3% la Federazione della sinistra un rappresentante se lo assicurerebbe: e la lista di Agnoletto zeppa di vip dello spettacolo - «ma quello che cultura, e per questo viene penalizzato da chi cii vuole ignoranti e asserviti» - dovrebbe servire a strizzare l'occhio all'elettorato lombardo.

SdA
Mercoledi 3 Marzo 2010