Varese - Il candidato presidente della Federazione della sinistra punta sulla scuola pubblica e chiama a raccolta gli indecisi
Agnoletto, appello ai delusi: "Votateci, altrimenti vince una monarchia"

Parole nette da Vittorio Agnoletto: no all’Expo, no all’acqua privata, no alla scuola privata, no alla sanità colonizzata da Formigoni. No a Penati, che non si distingue da Formigoni, no a Sel, che è culturalmente egemonizzata dal Pd e sostiene un programma ambiguo.

La Federazione della sinistra schiera invece nel listino protetto, una serie di personalità «che per protesta contro una politica di ambiguità si è schierata con noi» dice il medico milanese, che guidò il popolo del G8 a Genova nel 2001, e che oggi cerca di entrare in consiglio regionale, superando il 3%.  Si riferisce a Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Paolo Rossi e il supergiovane di Elio e le Storie Tese. Sul territorio, accanto a lui, ci sono i candidati varesini. Giampaolo Livetti, Gianni Paglierini, Hicham Mourtadi, Ada Salerno, Antonio Cuomo, Michele Maglione.

«Come prima cosa – spiega Agnoletto – faremo ricorso contro la sospensiva del tar che ha bloccato il ricorso dei radicali contro Formigoni, noi riteniamo inoltre che il decreto salva-liste sia incostituzionale, è in atto uno stupro della costituzione, dall’altra sera in Italia vige solo la legge del più forte. Vogliamo parlare poi di contenuti, è in atto un vero attacco all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e siamo gli unici a parlarne». Agnoletto si riferisce al  disegno di legge sul lavoro approvato al senato che introduce anche l'arbitrato nelle controversie fra datori e lavoratori, e per il quale il segretario di Rifondazione comunista Paolo Fererro sta facendo lo sciopero della fame.

«Chiediamo un salario sociale ai licenziati che non hanno la cassa integrazione, e faremo una proposta di legge contro chi delocalizza le fabbriche e prende soldi pubblici. Sulla sanità, io posso dire che ho fatto le scuole al Berchet, dove insegna don Giussani, e allora si chiamavano Comunione e Liberazione, oggi invece è comunione e fatturazione. Non c’è più nessun campo della sanità, ove non ci sia un esponente della Compagnie delle opere». Angioletto snocciola i temi della sua proposta senza voli pindarici: «L’acqua va gestita come un bene pubblico. La sanità ha bravi medici e delle eccellenze, ma il sistema non funziona. Ci sono 81mila cartelle sequestrate dalla magistratura che sta indagando sul sistema dei rimborsi, ci sono 10 cliniche private indagate, il 38% della spesa è privata, e anche sulla scuola i buoni di sostegno vanno tutti alle private, 61.125 su 61,130, cioè ci sono stati solo 5 buoni scuola per le pubbliche. Un altro dato illuminante:  i soldi sono andati a 8.113 famiglie che hanno più di 85mila euro di reddito». Per la Federazione della sinistra l’Expo è un errore che porta «inquinamento, cemento e mafia», la Regione ha investito 8 miliardi per le strade e le autostrade ma poco per le ferrovie, dove «i pendolari ci mettono il 25% di tempo in più per ogni viaggio». Per questo, si chiede un commissario che sorvegli sugli appalti e che sia affidato a «Libera» associazione antimafia di Luigi Ciotti. Agnoletto ricorda che l’avversario è Formigoni ma si chiede. «In che cosa Penati è diverso? Visto che, ad esempio, non ha sottoscritto l’appello per l’acqua pubblica, e sull’immigrazione sta tra la Lega e il Pdl?». Infine, un’ultima stoccata ai fratelli separati di Sel: «Noi siamo culturalmente indipendenti dal Pd, loro sostengono Penati ma si vergognano a dirlo, e infatti sui manifesti hanno scritto che stanno con Vendola, che però non è candidato. Agli indecisi e a chi è schifato dalla politica e non vuole votare dico, venite invece a votare, perché qui c'è una monarchia da sconfiggere». 

Lunedi 8 Marzo 2010