Elezioni - La candidata per la Regione nelle fila del Partito Democratico si presenta agli elettori: "Vorrei una legge sulle pari opportunitą e contro le violenze"
Laura Prati: "Porto in Regione la sensibilitą delle donne"

Una donna per dare peso alle donne in Regione. Laura Prati è candidata per la Regione nelle fila del Partito Democratico: sposata, madre di due figlie di 8 e 18 anni, diplomata al liceo linguistico e poi specializzata alla scuola per interpreti di Milano, dipendente da quando ha 24 di un’azienda metalmeccanica con il ruolo di responsabile dei rapporti con l’estero. In politica ha cominciato nel 1992, dopo Tangentopoli, nel Pds. Attualmente è vicesindaco e assessore a Pubblica Istruzione, Cultura e Pari Opportunità a Cardano al Campo. 

Per una donna quali sono le difficoltà di fare politica?
«Non è facile, serve un cambio culturale. Quando mi sono diplomata io ho trovato lavoro dopo pochi mesi e ho potuto costruire la mia famiglia con la stabilità e la certezza di poterlo fare. Ora i tempi sono cambiati, c’è precarietà, difficoltà, complicazioni. Per tutti, ma per le donne soprattutto. La mia esperienza personale mi porta a chiedere più diritti e più rispetto per le donne. Manca la sensibilità al femminile in politica, servirebbe un tocco di rosa per limitare i tempi della politica. Speravo che il Pd presentasse tre donne e tre uomini a questa tornata elettorale per le regionali, ma siamo solo due, io e Beatrice Bova: mi dispiace e l’ho fatto presente all’interno del partito».
 
A Cardano avete portato avanti tanti iniziative per le famiglie e per le donne. Pensate di replicare questo modello anche in Regione?
«Sì, è il mio auspicio. Nel mio Comune siamo riusciti a fare tanto per l’integrazione, dal centro estivo al doposcuola, ai servizi per Pasqua e Natale. Con il coordinamento della Regione si potrebbe fare molto di più: penso a bandi ad hoc e fondi da distribuire ai Comuni che presentano progetti validi. Dall’integrazione parte tutto: se si coinvolgono i piccoli, domani si potranno avere dei cittadini consapevoli e responsabili. Escludendo o ghettizzando non si ottengono risultati».
 
Cosa porterebbe dell’esperienza di amministratore in caso di elezione in consiglio regionale?
«Senza dubbio la concretezza, l’andare al nucleo del problema. In un Comune come Cardano si conoscono tutti, si sa quali sono i problemi delle persone. Servono leggi mirate per i cittadini, non discorsi e paroloni. Gli sprechi del sistema sono pazzeschi: spese folli per la comunicazione e per eventi. In un bilancio comunale si deve guardare ogni minimo capitolo, calibrare ogni singola voce. Credo che riuscirei a fare bene grazie all’esperienza: ci vuole senso civico, la politica deve essere volontariato. Anche sugli emolumenti ai consiglieri ci sarebbe da discutere: sono troppo elevati, bisogna darsi una regolata».
 
Quali sono le leggi che promuoverebbe in caso di elezione?
«Serve una nuova legge sul welfare, sulla casa e sul lavoro, per tutelare le categorie più deboli, le donne, i giovani, i pensionati. Il precariato dilaga, bisogna essere più vicini alla realtà. Poi aiuterei l’integrazione nelle scuole, con progetti regionali specifici volti all’accoglienza dei bambini, all’insegnamento della lingua italiana, alla comunicazione. E serve una legge elettorale che impedisca di andare oltre i due mandati per il presidente e per tutti i consiglieri, per evitare clientele e troppo potere in poche mani. Mi piacerebbe proporre una legge contro la violenza sulle donne e per la pari opportunità».
 
Malpensa, Pedemontana ed expo. Cosa ne pensa?
«L’aeroporto è un tema forte, molto sentito da chi vive il territorio come me. Io dico no alla terza pista e all’ampliamento di Malpensa: il territorio è già stato depauperato e inquinato, lo scalo avrebbe dovuto portare lavoro e invece ha alimentato solo il precariato, fino ad arrivare alla tragicomica vicenda di Alitalia. Serve una seria e attenta valutazione ambientale strategica prima di pensare ad allargamenti, non bisogna prendere decisioni sopra le teste delle persone e senza portare via altro territorio. Pedemontana è un’infrastruttura che serve, ma ci sono stati sprechi inutili per l’inaugurazione: speriamo che si cambi rotta. L’expo potrebbe essere un volano interessante per l’economia, ma ci sono stati rimandi continui, confusione, tira e molla continuo. Forse servirebbero micro opere più utili ne più soldi ai Comuni che sanno cosa serve».
 
Qual è il suo slogan?
«Donne nella famiglia, nella professione, nella politica. Anche in Regione? Perché no? Uno slogan provocatorio. Credo che le donne sappiano e possano portare avanti gli interessi e i bisogni di tutti. Io sono una di loro e potrei farlo bene».
Tommaso Guidotti
Venerdi 19 Marzo 2010