Busto Arsizio - Il candidato nelle liste del PD ha per priorità i temi della casa e del lavoro. "Più pubblico e meno privato" per scuola e sanità, attenzione al trasporto pubblico, punti critici dopo quindici anni di governo del centrodestra
Walter Picco Bellazzi, un avvocato per Busto in Lombardia

Nella lista provinciale varesina che il PD sottoponea gli elettori per queste elezioni regionali c'è un bustocco: Walter Picco Bellazzi. L'avvocato, alle spalle esperienze politiche che dalla DC l'hanno portato alla Margherita e alla confluenza nel nuovo soggetto del centrosinistra, è già stato fra l'altro candidato sindaco della sua città nel 1997.
Una candidatura, la sua, voluta dal partito «e non solo, lo schieramento va anche al di là» dice: «ci ho pensato a lungo prima di accettare. Io mi definisco prima di tutto uno che di mestiere fa l'avvocato, sono un professionista, non uno che vive di politica, e così sarà anche in futuro».

Quali sono le priorità principali del momento?
«Priorità immediate per me sono il lavoro e la casa. Propongo, a beneficio di chi avvia una nuova attività in proprio, un'esenzione dell'Irap per i primi 5 anni e la costituzione di fondi per l'acquisto di beni che servano ad avviare lo studio o la ditta. Per gli studenti fino ai 25 anni ho in mente il sistema norvegese: lassù danno ai ragazzi circa 800 euro al mese, da noi si potrebbe fare la metà comunque sgravando le famiglie da buona parte del mantenimento; si tratterebbe di un prestito da rendere poi senza interessi su un periodo molto lungo, quando il ragazzo trova lavoro.
Il tema casa è strettamente legato, i dati ci dicono che ci sono quasi 2500 sfratti, di cui il 20% per morosità, qui in provincia, molti riguardano Aler. Qui manca il denaro anche per pagare affitti agevolati, intanto le spese elettorali di alcuni personaggi sono folli.
Il problema casa si può affrontare in due modi: una modifica della legge sulle Aler che permetta di costruire nuovi alloggi a canone moderato, e un fondo sostegno affitti regionale che abbia finalmente a disposizione fondi davvero adeguati alle necessità».

Trovare lavoro, o portare avanti business... è un'impresa di questi tempi.
«Subiamo ovunque una deindustrializzazione pesantissima, e non decolla la riconversione ai servizi. Avevamo l'utopia di Malpensa, ci promettevano centomila posti di lavoro che non si sono mai visti: grazie a Lega e PdL anche questa promessa è andata in fumo, e invece di attività in più se ne sono perse che già c'erano. Solo per citare gli effetti ella crisi di Malpensa, nel settore alberghiero ormai se la cavano solo le grandi catene».

Scuola e sanità: eccellenze lombarde?
«Serve in generale più pubblico e meno privato. Le eccellenze lombarde del 1995 erano “più eccellenze” di quelle vantate oggi: nel 2010 abbiamo più liste d'attesa, un aumento esponenziale del privato in sanità con calo proporzionale dei posti letto in ospedale pubblico. Nella scuola, poi, è inconcepibile che il finanziamento alle private cui va il 10% dei ragazzi superi di gran lunga quello alle scuole pubbliche! Non sono poi assolutamente d'accordo sui voucher dati alle famiglie degli studenti e che solo teoricamente sono destinati all'acquisto dei libri, in realtà vengono spesso usati per tutt'altro. Propongo piuttosto il ritorno al vecchio sistema del rimborso comunale per l'acquisti dei libri, scontrino alla mano».

Quello del territorio è un tema forte nel voto regionale. Sotto vari punti di vista.
«Certo: le questioni amministrative e ambientali sono complesse. Per l'occupazione di suolo il disastro ambientale ormai è fatto. Non è più possibile fare una politica urbanistica “in proprio”, il campanilismo deve finire. C'è un'edilizia selvaggia, guardate solo le dozzine di gru al lavoro a Busto solo ora, altre centinaia di appartamenti quando ce ne sono già una marea abbandonati e vuoti. Le autorizzazioni a costruire vanno date sulla base di necessità reali. Lungo il Sempione, davanti alla Mizar, è sorto zun intero quartiere di condomini. Mi chiedo: la zona è attrezzata per ricevere fino a duemila persone? Ci sono i servizi necessari? È solo un esempio.
L'ambiente è un tema chiave. Siamo fra le regioni più inquinate al mondo, per il traffico che si fa? Sono contrarissimo ad Ecopass e simili, fatti solo per fare cassa. Per cambiare la mentalità serve avere mezzi pubblici adeguati ed efficienti, oltre che decorosi. Bene, mi dicono tutti: e con che soldi? La Regione li ha: cominciamo a smettere di sbatterli via. Trecentomila euro per l'inaugurazione per la Pedemontana, un milione e mezzo per l'Altra Sede della Regione con l'eliporto in cima, tanto per dare il buon esempio...»

Veniamo al nostro Alto Milanese: non serve una "governance" diversa da quella attuale, divisa fra due province?
Sono sempre stato fautore della provincia dell'Alto Milanese, è stato un grosso danno non farla quando ancora se ne aveva la possibilità. Ora non possiamo più chiederla, dobbiamo chiedere però una forte autonomia amministrativa, e di dislocare qui vari uffici della regione. Ricrdo da avvocato i treni persi: avevamo la possibilità di un grande tribunale con l'aggregazione di Legnano, e non si è potuto fare; eravamo ad un passo dall'ottenere la Corte d'Appello, e non ci siamo riusciti a causa dell'ottusità di determinati personaggi del centrodestra. In generale anche sugli ospedali non si coglie una logica organizzativa: ne abbiamo tre grandi più due cliniche private in dieci chilometri, perchè non si mettono d'accordo sulle specializzazioni?

E Busto? C'è chi lamenta che la città ha preso delle "sberle".
Ma no, ha raccolto quello che ha seminato. Lo conferma anche il fatto che il PdL non sia riuscito ad avere un candidato di Busto. Pochezza di proposta politica? Macchè: non c'è proprio alcuna proposta, così la Busto che era il faro dell'Alto Milanese ne è diventato il fanalino di coda. Guardate solo la Valle Olona come ha fatto bene dialogando tra Comuni. Qui per la nuova stazione di Castellanza, che poi è a Busto, il dialogo è partito quando ormai era aperta...
Dietro l'angolo c'è l'istituzione della Città Metropolitana: Busto deve pretendere di sedere al tavolo dove se ne discuterà. Perchè? Per telefonare a Malpensa bisogna fare lo 02: fate i vostri conti... Non possiamo più essere "i primi fuori" o "gli ultimi dentro".

Stefano D'Adamo
Lunedi 22 Marzo 2010